considerate le “società moderne”.
Non va meglio negli altri Paesi, anzi, a leggere i dati, c’è da rimanere allibiti. Tanto per cominciare, se sei musulmana in quei giorni la vita non è affatto semplice: sei considerata impura pertanto non puoi né pregare né fare il Ramadam, a questo si aggiunge il problema che, data l’ignoranza in materia, per le donne è difficile distinguere fra perdite e ciclo mestruale, pertanto esse vanno in crisi e si chiudono in casa. Non va meglio se sei ebrea: a leggere le Sacre Scritture “la sua immondezza durerà sette giorni e chiunque la toccherà sarà immondo fino alla sera”. Una condanna all’isolamento fisico e mentale che le ebree sopportano con stoicismo.
Anche in Nepal i problemi sono causati perlopiù da fattori culturali, perché le scuole sono come templi e i bagni annessi non sono tollerati, le ragazze sono così costrette a perdere il 20% delle lezioni; secondo l’Unicef, che si sta attivando per risolvere questo problema, basterebbe veramente poco per ridare alle ragazze la possibilità di andare a scuola anche nei giorni del ciclo, un pozzo, delle pareti ed una porta, però si fa nulla, i pregiudizi culturali sono più forti anche della ragione.
Se sei etiope, keniota o ugandese, il problema si ripresenta con le aggravanti: anche se abitano in un villaggio e la scuola non ha i bagni per cambiarsi, le ragazze non hanno i soldi per comprare gli assorbenti e, anche se li avessero, non sono molti i negozi che li vendono. Secondo il Forum for African Women Educationalists (FAWE) “una scatola di assorbenti costa un dollaro e mezzo, tanto quanto un chilo di zucchero. Le ragazze non chiedono soldi ai genitori per acquistarli ed improvvisano tamponi di carta igienica o stracci, però non bastano mai. I vestiti si macchiano, loro si vergognano, i maschi le prendono in giro e i padri le tolgono dalla scuola. In Kenya, causa ciclo, una ragazza salta 4 giorni al mese, 156 in quattro anni, quasi 24 settimane su 144. Senza contare che i rimedi così improvvisati le espongono anche al pericolo di ripetute infezioni.” Esiste anche un altro problema, spesso sottovalutato, legato all’arrivo del ciclo mestruale. Continua il rapporto del FAWE: “l’arrivo del ciclo coincide con l’età del matrimonio e così addio scuola. Molte ragazze nascondono la cosa, vanno con uomini più grandi di loro e rimangono incinta, cadendo così dalla padella alla brace perché sono costrette, comunque, ad abbandonare la scuola, unico strumento che hanno a disposizione per la loro emancipazione.”
La Banca Mondiale ha calcolato che se le donne dell’Africa sub-sahariana avessero pari accesso all’istruzione, terra e credito, il PIL della regione potrebbe