conosciuto come cheratocongiuntivite attinica: i suoi sintomi sono bruciore, forte dolore agli occhi, lacrimazione dolorosa e momentanea riduzione della vista causata dalle micro-bruciature che hanno danneggiato la cornea.”
“Altra evenienza estremamente rara, ma possibile, sono i tumori oculari, neoplasie appartenenti alla famiglia dei melanomi. Si tratta di una patologia rara, all’incirca sei-sette casi per milione all’anno, ma in Italia, nell’ultimo decennio, si è stimato un loro aumento, attualmente siamo intorno ai 350 casi diagnosticati. È ragionevole quindi ipotizzare che, come per la pelle, l’esposizione scriteriata ai raggi ultravioletti costituisce un ulteriore fattore di rischio, anche se, data l’esiguità dei casi disponibili, non abbiamo ancora dati certi.”
Già con questi elementi alla mano ci sono venuti i capelli bianchi… possibile che basta scordarsi gli occhiali scuri e rischiamo tutto questo? Effettivamente sì, il sole è sempre più aggressivo e i nostri occhi sono delicati, vanno protetti. Non contenti, abbiamo continuato la nostra indagine e ci siamo dedicati al rapporto occhi-fenomeni atmosferici. Il riverbero abbagliante del bianco manto nevoso o il riflesso sul mare, è risaputo, ci abbagliano, ma quali sono i danni per i nostri occhi? Prosegue l’esperto dell’ISS: “le categorie più esposte, quali alpinisti e pescatori, sono più soggetti alle malattie degenerative e ai melanomi, per loro è quindi assolutamente indispensabile una buona protezione con lenti solari di ottima qualità.” Quante volte da piccoli i genitori vi hanno sgridato dicendo “non fissare il sole!” Non avevano tutti i torti. Fissare l’astro solare ad “occhio nudo” è una cosa assolutamente sbagliata da fare in quanto si rischia una maculopatia fototraumatica che può compromettere, a volte anche per sempre, la visione centrale dell’occhio.
Il danno più importante che i nostri occhi possono subire è, ovviamente, quello alla retina, in quanto una continua esposizione alla luce solare senza le adeguate protezioni porta all’invecchiamento precoce del cristallino e di conseguenza ad una riduzione della protezione naturale della retina dell’occhio. Il corpo umano, da quella perfetta macchina che è, ha già predisposto delle difese “naturali” per i propri occhi: di norma essi sono al sicuro dalla luce solare che proviene dall’alto grazie all’ombra prodotta dalle arcate sopraccigliari e dalle palpebre, mentre i raggi obliqui vengono “filtrati” dalla triangolazione effettuata dal naso con il piano del viso. È logico pensare che, in condizioni di luce solare morigerata, i nostri occhi si proteggono da soli, ma, ahinoi, oggi dobbiamo constatare che i raggi solari sono sempre più aggressivi e la loro incidenza sulla superficie terrestre aumenta di anno in anno, da qui l’esigenza di proteggerli,