La missione di andata sul satellite si svolse senza intoppi. Ricordiamo, a chi se ne fosse dimenticato, che allora, a causa dell’eccessivo proliferare di messa in orbita di satelliti di ogni genere e per il timore che si potessero approntare delle armi a bordo di mezzi orbitanti apparentemente destinati ad un altro uso, la norma internazionale US_E 27 del 4 gennaio 2045 stabilì che “qualsiasi apparecchio orbitante intorno al pianeta Terra, di proprietà pubblica o privata, equipaggiato con tecnologia conosciuta, proprietaria o coperta da brevetto, nel momento in cui viene messo in orbita può essere ispezionato e smontato da chiunque, purché non ne venga inficiato o interrotto il servizio per il quale è stato progettato.” Naturalmente, dopo quell’incidente, la norma fu abolita; per questo motivo speriamo che, alla luce dei fatti reali accaduti, si ripristini una legge che secondo noi è fondamentale per il rispetto della libera informazione e per la tutela della popolazione del pianeta.
     Sabrina condusse l’inchiesta. Il satellite di comunicazione approcciato era munito di quattro bobine magnetiche facilmente asportabili. Sabrina dimostrò che, tolto il sistema di alimentazione di una bobina, svitate le viti del coperchio, si poteva tranquillamente tenere la copertura con una mano e la bobina (300 kg sulla Terra) con l’altra. Finse persino di perdere la bobina e la rincorse nello spazio allontanandosi dal satellite, per poi tornare al braccio smontato e ripristinare tutto correttamente.
     Il servizio di comunicazione dell’EUR301 veniva garantito dalla ridondanza delle altre bobine, tuttavia, nulla impediva ai proprietari del satellite di osservare, tramite delle semplici telecamere, che cosa stesse accadendo nello spazio.
     Venne il momento di far parlare Clara al fine di spiegare la tecnica del Raster. Già nel XX secolo, la tecnica di aggiungere ad un filmato un fotogramma ogni tot di natura diversa dal tracciato video originale era preclusa. Venne già allora dimostrato che si poteva incanalare un determinato messaggio pubblicitario, ad esempio, o politico oppure violento, diciamo di qualsiasi natura, direttamente nell’inconscio del telespettatore, con prevedibili conseguenze. Il Raster, ideato dal canadese John Jr.Raster, rielabora un flusso audio/video tramite un algoritmo proprietario che trasforma un filmato illegale, ovvero con fotogrammi di natura diversa a seconda del messaggio che si vuol dare, in un video considerato dalle norme vigenti perfettamente legale. Non solo, il metodo Raster consente di amalgamare anche gli inserimenti audio che vertono sullo stesso principio dei fotogrammi video, rendendoli legali. In parole povere, anziché lasciare un fotogramma o una traccia audio integra nel filmato ogni tot fotogrammi o secondi, il fotogramma viene sezionato e spalmato su più

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