razionalizzare il proprio sentimento ed agirà sulla base dei flussi ormonali attivati dalla collera. In questa fase, chiamata da Goleman “sequestro emotivo”, nessuna argomentazione logica sarà in grado di riportare alla calma la persona. L'intelligenza emotiva rende invece chi la esercita in grado di capire quando il livello dell'emozione negativa sta raggiungendo l'apice, agendo su di sé per smorzarla e impedire che il “sequestro emotivo” avvenga... con tutta la serie di azioni e frasi di cui poi, passata l'ondata emotiva, invariabilmente ci si pentirebbe.
     L'empatia, la caratteristica basilare su cui l'intelligenza emotiva si basa, è la capacità di “sentire” i sentimenti, anche degli altri ed anche quando non espressi verbalmente, e di adeguare il proprio comportamento ad essi. Il risultato di questo esercizio di comprensione del sé e dell'altro è un notevole miglioramento dei rapporti sociali, come le manifestazioni di “popolarità” di cui alcune persone le quali sembrano essere costantemente circondate.
     La differenza tra un uomo brillante e sagace ed uno impacciato ed inopportuno può spesso risiedere proprio in questa caratteristica. Essere in grado di modulare i propri comportamenti sulla base dello stato d'animo dell'interlocutore permette a quest’ultimo di sentirsi capito ed ascoltato, due sensazioni che promuovono la fiducia e mettono le persone a proprio agio. Detta così, può sembrare che l'empatia sia solamente una sorta di “manipolazione” dei sentimenti altrui: in realtà, lo scopo che si prefigge è di tipo “win-win”, ovvero un rapporto in cui entrambe le parti possono guadagnare qualcosa in termini di serenità emozionale.
     Pensiamo a tutti gli ambiti pratici in cui l'intelligenza emotiva può applicarsi: tra amici, al lavoro, nel matrimonio... per alcuni sarà forse solo buon senso, ma uno degli esercizi più utilizzati dagli psicologi che promuovono corsi di intelligenza emotiva per coppie in crisi è quello di “mettersi nei panni dell'altro”, che poi è il comportamento mentale alla base dell'empatia. Lo sforzo di capire le ragioni delle azioni irritanti del partner, oltre a sviluppare le abilità di comprensione di cui sopra, permettono all'emozione negativa (frustrazione, rabbia...) di “stemperarsi”, lasciando spazio al ragionamento razionale. Intendiamoci, lo scopo dell'intelligenza emotiva non è quello di rendere tutti degli esseri privi di emozioni forti, ma di insegnare a incanalarle in modi positivi e più fruttuosi.
     Quanto risentimento risparmieremmo se il nostro capo, invece di attaccarci personalmente in preda alla frustrazione per un errore da noi commesso al

        pagina 02 di 03
 
 
 
 
 
Infobergamo® - www.infobergamo.it è un prodotto H.S.E. - Leggi la nostra CDD - Validazione XHTML - CSS
Autorizzazione Tribunale di Milano n.256 del 13 aprile 2004. Vietata la riproduzione e la riproposizione non autorizzate di testi ed immagini.
Recensione, Intelligenza, Emotiva, Daniel, Goleman, New York Times, Quoziente Intellettivo, Controllo, Emozioni, Sequestro emotivo