lavoro, cercasse insieme a noi una soluzione e ci facesse notare il dettaglio errato? La nostra - e sua - serenità ne guadagnerebbero e i luoghi di lavoro diventerebbero ambienti più vivibili. Le conseguenze positive poi nascerebbero a catena, poiché un dipendente meno stressato lavora meglio, è più produttivo, più motivato e meno timoroso di fare errori: lo stress, si sa, rende stupidi, sempre per il meccanismo di “sequestro emotivo” descritto sopra.
Nella conclusione del volume, Goleman afferma la necessità di promuovere programmi che educhino all'intelligenza emotiva già dalla scuola dell'obbligo. Grazie ad alcune sperimentazioni in istituti americani di quartieri “a rischio” per diffusione di povertà, analfabetismo e microcriminalità, si è visto che la capacità di mettere in campo strategie alternative alla violenza nella risoluzione dei conflitti ha permesso a tanti ragazzi, che sembravano destinati al carcere minorile, di “cambiare strada”, continuare gli studi e migliorare la propria condizione. Un obiettivo importante, in nome di cui la diffidenza verso questi programmi di insegnamento alternativi dovrebbe essere abbandonata.
Silvia Ferrari
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