risparmi di una vita.
     Anch’io credo, da buon padre chioccia, che avrei dovuto svezzare i miei figli prima…; ma sono contento di aver dato loro quanto era nelle mie possibilità, sia nella formazione umana e civica, sia nell’aiuto materiale affinché potessero camminare poi con le loro gambe. Penso però che oggi non ci si possa comportare come i nostri nonni (quando alto erano l’abbandono scolastico ed il lavoro minorile), che sia facile dire che bisogna fare così e cosà… senza magari avere provato a vivere quanto si vorrebbe pretendere dagli altri. Ricordo una conferenza con il rappresentante dei giovani industriali di allora che si vantava di aver conseguito lauree e master in vari Paesi e dei meriti che si attribuiva, mentre i figli dei suoi operai stentavano a “prendersi un diploma”… Non aveva pensato, come gli avevo obiettato (e si era inalberato non poco), che avrebbe dovuto aver frequentato i corsi serali, non dicevo per cinque anni ma anche solo per uno, dopo 8-9-10 ore di lavoro pesante in fabbrica per capire non i suoi meriti, ma la sua fortuna di appartenere ad una classe sociale che l’aveva mantenuto in college e centri di formazione dirigenziale (non professionale) fino non certo a 18 anni, che lo aveva sostenuto con lezioni private dei migliori insegnanti in orario extrascolastico non appena mostrava qualche incertezza…, che gli aveva permesso di non sporcarsi le mani alla catena di montaggio o di non essere sfruttato con lavori anche mal retribuiti.
     Quanti dei miei alunni dei corsi serali hanno apprezzato quel poco di cultura che hanno potuto “sudare” (non é facile trascorrere sui libri il sabato e la domenica quando gli altri… poverini, come il relatore di quel giorno, dovevano divertirsi e riposarsi della lunga settimana di fatica scolastica…); quanti hanno maturato prima di tutto una personalità sociale non indifferente, si sono resi conto di quanto avrebbero potuto dare alla società se avessero potuto studiare come i più fortunati… Ricordo persone non più giovani che riprendevano gli studi per non farsi rinfacciare dai figli la loro licenza elementare… o la licenza media dopo le allora cento cinquanta ore: quanta fatica si leggeva sui loro volti e quanto hanno dato anche a noi insegnanti che spesso ci lamentavamo del nostro orario (al massimo 18 ore settimanali… a cui i più seri aggiungevano un lavoro domestico di preparazione, non certo faticoso come una giornata in fabbrica)…
     Come sono contento di aver lottato per permettere a questi, giovani e non più giovani, di garantirsi i diritti all’istruzione, ad un diploma che li togliesse dalla fabbrica, che permettesse loro una scalata sociale anche piccola: quanti di loro sono riusciti e incontro con soddisfazione!

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