SONO ITALIANO E SONO ORGOGLIOSO!
di Gaudenzio Rovaris
|
|
Prendo spunto dall’editoriale del mese scorso e mi sento di contraddire il direttore di Infobergamo.it Vavassori.
L’altra sera zippando sul televisore in particolare sulle tv private “libere”, che si autofinanziano con la fiducia di chi le segue, ho trovato l’incontro del sindaco di Milano con i suoi cittadini, alcuni dei quali in studio ed altri in linea telefonicamente. La trasmissione era già inoltrata e mi ha colpito la ripetizione per parecchie volte “..Mi venga a trovare… parliamone…”: in particolare rivolta ad un writer sul problema dell’imbrattamento dei muri delle nostre città (in quali termini si possa parlare di arte e dei relativi costi di pulizia di monumenti ed edifici privati a spese della comunità) e ad una cooperativa di giovani che organizza aiuti agli anziani o spese comuni in un quartiere della città. Ho riflettuto a quante persone disinteressatamente operano nelle varie onlus (quelle vere e non quelle di raccolta fondi… o di chi opera nei vari organismi previsti dagli ordinamenti governativi ed internazionali con retribuzioni e spese organizzative da capogiro), quanti medici e volontari sono pronti a recarsi in Paesi tribolati dalla fame, da malattie o da calamità naturali, quanti volontari sono presenti nelle pediatrie e oncologie degli ospedali, quanti volontari operano negli oratori e nei circoli ricreativi per anziani e così via.
Meno visibili, ma numerosissimi, quanti lavoratori, studenti, insegnanti ed anche imprenditori sono un esempio da seguire: i primi si sono impegnati per tutta la loro vita con umiltà e rispetto del loro lavoro; i secondi cercano di prepararsi seriamente al loro domani ed a quello di chi li circonda; i terzi vivono il loro incarico come un’autentica missione, spesso non valutati adeguatamente né moralmente né economicamente; i quarti, che ho lasciati per ultimi in quanto per molti appartenenti ad un altro ceto sociale, perché ce ne sono tanti che in questi momenti stanno incontrando difficoltà, ma non ricorrono a licenziamenti o a mobilità e cassa integrazione, soprattutto molti piccoli artigiani che sono magari strozzati dalla mancanza di supporto dalle banche o da ritardi di pagamenti da ditte più grosse, ma che sanno cosa significhi avere una famiglia alle spalle e conoscono la dedizione di molti loro dipendenti all’azienda perché ci lavorano ogni giorno fianco a fianco.
Nella mia vita credo (almeno me ne danno atto molti ex allievi e persone con cui ho avuto rapporti umani e non per falsa modestia) ho cercato di appartenere a queste categorie di Italiani e garantisco che ne ho incontrati moltissimi degni
|
|
|