LA RISCOPERTA DI VALORI TRA GENTE SEMPLICE ED ONESTÀ
                                  di Gaudenzio Rovaris

     Come primogenito di famiglia numerosa non ho vissuto l’esperienza del servizio militare e quindi non conosco per esperienza diretta l’attaccamento ad un determinato corpo. Dai ricordi di papà ho ereditato una certa passione per i bersaglieri: mi hanno sempre destato ammirazione le loro parate di corsa, i loro pennacchi al vento e il ritmo delle fanfare.
     Nel mese di maggio ho vissuto però con una certa intensità l’adunata degli Alpini a Bergamo: un’invasione pacifica, rispettosa e gioiosa che ha svegliato per tre giorni il torpore della nostra città e che ha mostrato come anche gli agenti della polizia municipale abbiano un cuore (sempre sereni, disponibili a consigli, nonostante i turni probabilmente allungati e le difficoltà dovute alla presenza di più di mezzo milione di persone in una città che normalmente è abitata da un quinto…). Una marea di gente sana si è diffusa nelle vie del centro, in Città Alta e nell’hinterland, occupando i tavolini dei bar e i banconi delle “osterie”, dove fiumi di vino hanno rivangato ricordi e allacciato simpatie: per noi bergamaschi il meno che poteva capitare era un invito sincero a bere con loro e a partecipare della loro amicizia disinteressata. Ne ho accompagnati quattro, simpatici veneti, che si erano persi e dopo una giornata di girovagare apparivano veramente stravolti, oltre che un po’ “alticci”; quanta fatica poi per non accettare il loro pressante invito per un piatto di pasta sotto la loro tenda e… la pioggia che è stata l’unica nota stonata (insieme alla presenza di qualche giovane sciacallo nella calca…) del ritrovo, ma che ha anche contribuito a rendere ancora più poetici questi eroi quotidiani e semplici che nello spirito alpino si sono forgiati ed oggi danno tanto alla solidarietà.
     Così sono rimasto incollato al televisore per tutta la sfilata, ammirando quei cappelli tutti uguali e tutti diversi (che sentimenti il vedere un cappello di chi non c’é più portato dai compagni perché tutti lo ricordino!), quelle camicie a quadri multicolori, quelle barbe che ornavano i volti dei “veci” e ne incorniciavano i segni della fatica di vivere, del sudore della vita dei monti e delle fattorie agricole, ma anche il brillare degli occhi di chi è sempre disponibile nelle calamità, negli atti di generosità e nelle varie realtà locali.
     Come ha riposto la gente: ecco la gente semplice ed onesta che onora la semplicità e l’onestà di tante persone che sotto l’acqua da ogni parte d’Italia ed anche dall’estero hanno voluto sfilare quasi anonimamente, ma dietro ad un vessillo ed un ideale!

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