Purtroppo si discute, ci si accusa reciprocamente, si auspicano elezioni anticipate anche da parte di una maggioranza mai così forte; si parla di governi tecnici, di riforma della legge elettorale, di sicuro senza Berlusconi, che, guarda caso e forse con qualche demerito, ha ricevuto quasi un plebiscito alle elezioni. É il colmo che in questa situazione si comporti da “pompiere“ proprio Bossi.
Chiacchierando con gli amici, riferendoci anche alla relazione della Corte dei Conti sulle assunzioni di 3.300 autisti soccorritori di ambulanze in Sicilia, sugli stipendi e i vari privilegi dei governanti (180.000 persone tra senatori, deputati, europarlamentari, presidenti di Regioni e Province, consiglieri regionali e provinciali, sindaci e assessori) con i relativi costi, alle proposte poi passate nel dimenticatoio di risparmi nella spesa pubblica con la riduzione del numero delle Regioni, di 1.000 euro a senatori ed onorevoli (che da poco e senza la minima pubblicità si erano aumentati l’onorario di 1.700…) vorremmo avanzare alcune proposte ad un eventuale governo tecnico: riforma della giustizia, processi definiti nei tempi e non nei secoli; giudici pagati a processo e pena certa anche per i reati dei potenti; impossibilità di essere candidati per tutti gli onorevoli (maggioranza ed opposizione) qualora un governo non giungesse al termine previsto dalla Costituzione; riduzione drastica del numero degli onorevoli ed obbligo della loro presenza in aula o in commissione previo non gettone di presenza ma trattenuta sullo stipendio in proporzione; impossibilità di considerare una legislatura non giunta al suo termine nel computo della pensione degli onorevoli…
Sono quasi sicuro che difficilmente con queste proposte popolari di buon senso ci si troverebbe di fronte a crisi di governo e forse anche la povera Italia, che il buon Dante nel canto sesto del Purgatorio apostrofa “Ahi serva Italia, di dolore ostello, /nave sanza nocchiere in gran tempesta, /non donna di province, ma bordello”, potrebbe respirare arie più salubri. Il sommo poeta arriva quasi ad una bestemmia che potrebbe essere attualissima “E se licito m'é, o sommo Giove /che fosti in terra per noi crucifisso, /son li giusti occhi tuoi rivolti altrove? /O é preparazion che ne l'abisso /del tuo consiglio fai per alcun bene /in tutto de l'accorger nostro scisso?”
Sentiamo spesso dire che un popolo ha il governo che si merita; non credo che sia il caso della maggioranza del popolo italiano, soprattutto di chi compie il proprio dovere sistematicamente con il massimo decoro. Speriamo che la situazione attuale sia, per dirla con Dante, una preparazione che Dio, nell’abisso del suo consiglio, sta predisponendo per il bene di tutti noi. E, nella cristiana
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