misericordia, che questi poveri esseri che si credono tanto potenti e di poter giocare con gli umili (tanto cari a Dio nella visione cristiana e manzoniana, che si piegano ma non si spezzano e sanno che alla fine saranno i veri vincitori) non debbano incappare nella giustizia divina o, più laicamente, nella nemesi storica che ha colpito tutti coloro che hanno creduto di costruire imperi e che hanno concluso la loro vita piuttosto amaramente.
     Per chi volesse, allego in calce l’editoriale di “Mozzo comunità viva”; l’articolo di Aldo Cazzullo é leggibile sul “Corriere della sera” del 17 agosto 2010.
     «E così il momento di un altro distacco (il quinto) é arrivato: dopo quello pieno di trepidazione dalla famiglia verso il Seminario a 1l anni, dopo quello tanto atteso per la parrocchia di Loreto a 24; dopo quello che segnava l'inizio dell'avventura boliviana a 33 anni e dopo il ritorno in patria per il servizio pastorale come parroco a Mozzo a 46, adesso, alla vigilia dei 61 anni, l'inizio di una nuova avventura esige un altro distacco, con tutta la sofferenza che questo comporta. Un prete - dicono – dovrebbe esserci abituato per la sua vocazione e per la scelta compiuta e comunque si sa che prima o dopo si é costretti a lasciare ciò che la vita ci ha fatto incontrare: ma é altrettanto vero che l'unica perdita che non fa offrire é quella di qualcosa o qualcuno che non si é amato. E non é certo il nostro caso. La comunità di Mozzo e io abbiamo camminato insieme per quindici anni: é la tappa della mia vita più lunga fra quelle per corse finora. Tappa in cui in me l'entusiasmo giovanile ha avuto modo di maturare con l'assunzione e gestione di responsabilità dirette mentre lo straordinario dell'esperienza missionaria ha potuto dare frutto nell'ordinario della quotidianità. Ora che il cammino percorso sta raggiungendo il traguardo, il primo sentimento che affiora nell'anima é la riconoscenza. Perché non posso, anzi non possiamo non riconoscere insieme che "Egli ha fatto bene ogni cosa" (Mc 7,37). Dio ha fatto sempre bene. In ogni ora, giorno, mese di questi quindici anni; l'ha fatto anche quando "le vicende difficili o faticose ci hanno tormentato o impaurito", anche "nei giorni dell'amarezza e della colpa", ha continuato a fare bene anche quando "il frutto maligno del peccato ha prodotto i suoi effetti" (D. Bonhoeffer). È stato Lui, il Signore che ha fatto bene ogni cosa, non noi; ha fatto bene con noi e attraverso di noi, spesso addirittura nonostante noi: per questo non si può non riconoscere che, se da parte nostra abbiamo fatto ciò che potevamo, dalla sua lui ha fatto ciò che ha voluto, grazie al cielo. E la prova certa che il Signore abbia fatto ogni cosa per bene sta nel fatto che l'andarmene da Mozzo non sta costando solo a me, ma anche a voi; sta nel fatto che ne siamo dispiaciuti insieme, perché nelle cose belle e grandi avvenute in questi anni nella nostra comunità, riconosciamo l'impronta della sua misericordiosa presenza e della sua provvidente attività. Non c'é solo riconoscenza nei confronti di Dio: c'é anche una

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