profonda gratitudine nei confronti di una comunità che in questi anni ha risposto in modo sorprendente agli inviti, agli appelli, persino alle provocazioni che le sono state rivolte. Vi sono grato perché anche voi - come le comunità paoline - avendo accolto "da noi la parola divina della predicazione, l'avete accolta non quale parola di uomini, ma, come é veramente, quale parola di Dio, che opera in voi che credete". Vi sono grato perché, considerando credibile la mia povera testimonianza, avete reso credibile anche il modello di comunità cristiana che insieme abbiamo cercato di realizzare. Più volte ho sottolineato come non mi sia stata quasi mai negata collaborazione in caso di necessità né mi sia stato opposto rifiuto quando si trattava di fare qualcosa di buono a favore del prossimo. Grazie alla vostra fiducia e generosità si sono potute realizzare tante opere: ultima la ristrutturazione della casa parrocchiale che consentirà ai sacerdoti di iniziare senza questo tipo di preoccupazioni il loro impegno pastorale. Abbiamo creduto nella possibilità di un paese finalmente unito in una sola parrocchia e siamo riusciti a realizzare ciò che fino a qualche anno fa sembrava impossibile, sforzandoci però di non compromettere la tipicità e originalità della vita di fede e del cammino nella carità di ognuna delle tre zone e cioé centro, Dorotina e Borghetto. Mozzo non é solo un bel paese, é anche il paese che ha dimostrato di avere una grande ricchezza nascosta: la capacità di generosità e solidarietà evidenziata dalle innumerevoli iniziative di gruppi, movimenti e associazioni che si sono presi cura della povertà, dell'handicap, dell'emarginazione; che si sono date da fare per dare a malati, anziani, stranieri e bisognosi... un motivo in più per credere, riuscendoci alla grande: da questa complessa, ma splendida avventura siamo usciti tutti arricchiti. Ma soprattutto in questi anni abbiamo compreso e cercato di far comprendere a tutti che la più grande delle grazie ricevute e la più grande risorsa che é a nostra disposizione si chiama Gesù Cristo: é lui che salva e riunisce la nostra, anzi la sua comunità; é lui la Parola che non passa, il cibo di vita eterna, il perdono garantito, la guida sicura. Noi preti passiamo ma lui rimane e la nostra funzione di pastori e guide é di condurre ognuno al Pastore e alla Guida di tutti noi. In questi anni noi preti insieme alle suore e a tanti laici, nonostante i nostri limiti e le nostre miserie, vi abbiamo donato quanto di più prezioso possedevamo attraverso la Parola, la Preghiera, i Sacramenti – in primo luogo l’Eucarestia – la pratica della Carità: questo é ciò di cui tutti abbiamo davvero bisogno e più di questo nessuno può dare a sé e al prossimo. Ci consola sapere che questo tesoro la chiesa non lo farà mai mancare a nessuno né nel presente, né nel futuro. Rimane il rincrescimento per ciò che si poteva fare di più e di meglio e non é stato fatto; per le persone che non si é riusciti a incontrare e non si è stati capaci di aiutare; per il bene non fatto e il male non evitato; per la delusione di chi, al di là delle parole, voleva degli esempi e non sempre li ha trovati. La mia richiesta di perdono va di pari passo alla promessa di un perdono sincero donato a
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