[Purgatorio, canto VI, vv. 124-126], magari come quelli che oggi si sono diplomati a fatica dopo numerosi tentativi o laureati in università di dubbia reputazione culturale grazie magari anche a crediti formativi…
Dell’antichità Dante cita nel canto V dell’Inferno una certa Semiramide “«La prima di color di cui novelle / tu vuo' saper», mi disse quelli allotta, / «fu imperadrice di molte favelle.» // A vizio di lussuria fu sì rotta, / che libito fé licito in sua legge, / per tòrre il biasmo in che era condotta. / Ell'é Semiramìs, di cui si legge / che succedette a Nino e fu sua sposa: / tenne la terra che 'l Soldan corregge.” [vv. 52-60] (per giustificare il suo incesto con il figlio lo legalizzò…).
Nello splendore della città di Atene “Pericle fece approvare una legge che istituì la mistoforia, cioé il pagamento di un'indennità giornaliera a coloro che ricoprivano cariche pubbliche. Tutti i cittadini dell'Attica ebbero la possibilità di presentarsi candidati e di svolgere, una volta eletti, l'incarico loro affidato. Pericle attuò una politica sociale che prevedeva l'istruzione degli orfani, il pagamento di pensioni ai mutilati di guerra e agli invalidi, l'ingresso gratuito a teatro per i poveri, una paga regolare ai soldati e marinai e una razione di viveri” [da Wikipedia]. Tuttavia “Tali modificazioni sono state ripetutamente dibattute e contestate poiché, di fatto, la remunerazione trasformava i cittadini in funzionari facendo perdere alla partecipazione il suo carattere di privilegio personale...” [ibidem]. Fu però uno dei pochi politici ateniesi che non subirono l’ostracismo, pena dell’esilio per dieci anni comminata a chi poteva essere pericoloso per la democrazia e che spesso era una scusa per liberarsi dalla presenza di avversari politici… forse anche certi processi del giorno d’oggi hanno la stessa finalità… Anche qui però la pedofilia trionfava…
Nella fase della tarda repubblica romana caratterizzata da scontri civili tra le varie fazioni (in particolare nobili, popolani e cavalieri; per dirla oggi destra, sinistra e borghesia…) le escort del tempo scorazzavano per il foro su cocchi mostrando i seni… (la più famosa era la Lesbia cantata da Catullo e rispondente alla Clodia, sorella del tribuno Coldio, con cui divideva la fama di dissolutezze compresa una larvata di incesto con il fratello) e nel periodo della decadenza imperiale della fine delle dinastie (vedansi “Le vite dei Cesari” di Svetonio) l’aspetto più ricorrente é sempre stato la depravazione sessuale.
Dante nella sua esaltazione della Firenze dei tempi antichi, che contrappone alla corrotta dei suoi tempi, si lascia trasportare in una visione idilliaca che forse anche oggi sembrerebbe molto anomala: “Fiorenza dentro da la cerchia antica, / ond'ella toglie ancora e terza e nona, / si stava in pace, sobria e pudica.
|
|
|