DANIELE BELOTTI: CIRCA 8.000 PREFERENZE TANTO PER GRADIRE...
                                  di Emanuela Fornoni

     La sua camminata è inconfondibile, diretta e veloce, nel taschino l’immancabile penna e in mano il telefonino. Spesso, cercare di fare un discorso con Daniele Belotti, è pressoché un’impresa: il telefono suona di continuo e lui, con il solito gesto ormai abituale, apre l’agenda, cerca sotto il maglioncino la penna nel taschino e appunta un orario o un numero di telefono. È una di quelle persone che finisci inevitabilmente per considerare un amico: sempre presente, il sorriso pronto, la battuta ad hoc, il telefonino incessantemente a disposizione e il suo aiuto anche, quando può, in prima persona e, quando non gli è possibile, trova comunque il modo di indirizzarti da chi potrà esserti utile. Forse anche per questo, oltre che per la sua riconosciuta concretezza, a quest’ultima tornata elettorale ha ottenuto circa 8.000 preferenze. Come dire che tutto un paese, idealmente, l’ha votato.
     Dalla nostra prima intervista, ormai dieci anni fa, sono cambiate tante cose, ma il suo “vocione”, oggi come allora, risuona ancora nell’aula del consiglio comunale (e anche in quello regionale), la penna nel taschino è sempre una costante e il suo sguardo è lo stesso: attento, curioso, acceso.
     Comincio l’intervista prendendola alla larga...
     Dagli adesivi attaccati sui cartelli o agli autogrill, dai tavoli delle feste ai banchi del Comune prima, della Regione poi, passando dalla segreteria del partito... ripercorriamo un po’ la tua carriera: dove sta il segreto di tanto successo? 8.000 preferenze non sono numeri da tutti...
     “Precisiamo che i primi adesivi della Lega Lombarda li ho attaccati a scuola, all’ITC Bortolo Belotti di Colognola. Era il 1987, cominciavano a girare i primi volantini leghisti e uno di questi mi colpì molto: «Basta con la scuola colonialista». Ero in terza ragioneria e, fino ad allora, avevamo avuto un sacco di professori incapaci e terroni (forse avrei dovuto ingentilire la forma ma la mia modifica avrebbe fatto torto al personaggio che è Belotti n.d.a.). Uno, campano, che veniva in classe sempre con l’Unità sotto il braccio, addirittura, ci aveva fatto imparare a memoria una poesia in napoletano e, per un anno intero, ci aveva propinato dei comizi da sezione del vecchio PCI. Allora non mi interessavo assolutamente di politica ed ebbi il rigetto: non appena lessi da qualche parte di questo strano movimento autonomista, che rivendicava con orgoglio l’identità lombarda, mi si aprì il cuore. A dire la verità, in classe eravamo in due che attaccavamo gli adesivi della Lega a scuola: oltre al sottoscritto, l’attuale assessore al Bilancio del comune di Bergamo, Enrico Facoetti. Da lì è iniziato tutto. Prima il semplice attivismo con volantinaggi, poi, nel 1990, la costituzione

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