ancora. La giuria, composta da esperti d’arte visive e critici cinematografici, è stata presieduta negli ultimi tre anni da Vittorio Sgarbi, controverso personaggio del mondo dell’arte, e i vincitori sono stati ogni anno insigniti del celebre premio “Le Mura d’Oro”, opera dello scultore orafo Antonino Rando. Leit motiv della kermesse culturale la gratuità della partecipazione alle proiezioni ed agli eventi collaterali da parte del pubblico, in quanto l’Associazione Festival Internazionale del Cinema d’Arte sostiene il concetto di libera fruizione dell’arte come motore del progresso e del benessere.
Entriamo ora nel vivo della manifestazione che per una settimana ha illuminato con il riverbero delle sue pellicole le notti calde di Città Alta. Ad aprire la prima serata del Festival, sabato 16 luglio, è stata l’esibizione del quartetto Isy Quartet, che ha proposto una rivisitazione in chiave jazz della canzone d’autore italiana. A seguire, il Festival ha voluto tributare un omaggio ad un grande artista del cinema italiano, Ugo Tognazzi: sul palcoscenico, a raccontare l’attore da un personale e delicato punto di vista, la figlia e regista Maria Sole Tognazzi, che con la proiezione del film “Ritratto di mio padre” ha svelato al pubblico vita, amori, passioni, successi e delusioni di un grande attore, rivelando anche lati nascosti, ombre buie della sua anima e lavori artistici meno conosciuti. Grandi applausi e tanta commozione da parte del pubblico hanno chiuso la prima serata del Festival.
Domenica 17 luglio, il Festival ha proseguito il suo percorso all’insegna dell’internazionalità con la serata dedicata, come da tradizione, ad un Paese ospite. Quest’anno è stata la volta del Portogallo, protagonista assoluto per una serata nonostante la cinematografia assai contenuta e perlopiù sconosciuta ai circuiti della grande distribuzione cinematografica. La vivacità culturale del Paese è stata sottolineata dal Consulente Culturale dell’Ambasciata del Portogallo a Roma, il professor Paulo Cunha de Silva che, dopo aver reso omaggio ai registi più produttivi del paese, ha posto l’accento sugli emergenti quali il giovane regista Gabriel Abrantes, vincitore del Pardino d’Oro al Festival di Locarno 2010 con il film “A history of mutual respect”. La serata è poi proseguita con la proiezione dei film in concorso. Per la sezione Cinema d’Arte è stato proiettato “Salomè – una storia” di Raffaele Buranelli (Italia 2009) mentre per la sezione Art Lab sono stati proiettati “Belle” di Luis Fernandez (Portogallo 2010), “Underskin” di Alessandro Amaducci (Italia 2009), “Mama” di Geza M.Toth (Ungheria 2009) e “Aufstehen vergessen” di Jörn Staeger (Germania 2010).
Lunedì 18 luglio, il Chiostro del Seminarino si è acceso con una lunga
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