All’ufficio Anagrafe, appunto, ho scoperto che una volta il secondo nome era quanto riportato dopo le virgole; esempio: Vavassori Graziano, Paolo, Stefano. Dal 2001, il secondo nome come lo intende lo Stato non esiste più. Io sono Vavassori Graziano Paolo, le virgole non si mettono più. Graziano Paolo è il mio primo nome e dovrei riportarlo in ogni documento ufficiale, la mia firma deve essere con entrambi gli onomastici. Ciò significa che mi sbagliavo, è possibile inserire anche tre, quattro onomastici all’Anagrafe, ma è un bell’impegno ed un bell’impiccio per il nascituro. Tornando al discorso della firma, c’è una diatriba in corso: io mi firmo come Vavassori Graziano, ma dovrei mettere anche Paolo, abbiamo detto, solo che se lo faccio la mia firma non è più autentica. La firma è qualcosa di grafico, non linguistico. La mia firma leggibile, come a volte ci viene chiesto, non sarebbe la mia vera firma. Un bel dilemma…
     In merito al codice fiscale la questione è ancora diversa. Qualcuno ha sentenziato che non essendoci nel mio CF il secondo nome (linguistico) io sono Vavassori Graziano. Non è affatto vero, sia per l’Anagrafe (ho il passaporto) sia per il Fisco (pago le tasse come libero professionista da 11 anni) io sono Vavassori Graziano Paolo. Il secondo nome per il calcolo del codice fiscale viene usato solo se il primo non è abbastanza lungo. Saranno il luogo e la data di nascita a distinguermi da un normale Vavassori Graziano.
     Da un punto di vista sociale non è educato abbreviare il nome di una persona, non solo se la si è conosciuta da poco. Anche senza dare troppa confidenza, molte persone inizieranno presto ad abbreviare il nostro nome. Queste persone io le considero ignoranti, socialmente impreparate, alla stregua di chi non sa quando è opportuno dare del tu a qualcuno. Tutti credono di essere capaci di stare in mezzo agli altri, di lavorare in mezzo agli altri… che ci vuole niente per ricoprire un ruolo che metta loro in contatto con persone nuove ogni giorno… nulla di più sbagliato. Ci si misura esclusivamente con la propria sfera personale, amici, colleghi d’ufficio, ma, sostanzialmente, nella loro vita conosceranno un numero molto limitato di persone per ritenersi capaci di socializzare. Si devono, invece, svolgere lavori come l’agente di commercio, il commercialista, il barista… per conoscere tanta gente nuova e fare esperienza, oppure stare in un ufficio, ma avere contatti telefonici con i clienti, allora sì, solo che molti datori di lavoro pensano di poter mettere chiunque in quell’ufficio “solo” a rispondere al telefono. Invece, ci sono molte regole da apprendere, come quelle sul nome. Dall’altra parte ci siamo noi, però, che abbiamo concesso loro di chiamarci con un abbreviativo. Anzi, voi, perché io l’ho concesso a nessuno. Nessuno mi chiama

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