BERGAMO JAZZ 2011
di Paolo Acquati
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Abbiamo assistito alla XXXIII edizione di Bergamo Jazz, la terza sotto la direzione artistica di Paolo Fresu, che dal prossimo anno lascerà il testimone ad Enrico Rava. Come Fresu stesso l'ha definita in sede di presentazione, questa è un'edizione che prosegue il racconto iniziato due anni fa, ma che affonda le sue radici in un passato che è ormai storia. L'intento era chiaro: “proveremo a fermare l'attimo creativo avvalendoci di un ulteriore racconto poliforme e geograficamente vasto quale è il jazz dei nostri tempi, musica in movimento che naviga nei mari e negli oceani del contemporaneo, per suggerire nuovi sogni ed appagare altrettanti desideri”.
Il Festival si è aperto con l'esibizione del Roger Rota “Trio b&a” nella splendida cornice del Teatro Sociale per continuare il percorso che vede protagonista
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all'interno del programma un artista di casa nostra. La prima serata al Teatro Donizetti ha visto protagonisti il Tomasz Stanko Quintet e Stefano Bollani, con “Sheik Yer Zappa”. Stanko è tornato a Bergamo dopo 34 anni con un progetto che ha messo ancora una volta in risalto la propria capacità di |
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scoprire e valorizzare giovani talenti; sul palcoscenico del Donizetti la sua tromba è stata egregiamente accompagnata da quattro giovani scandinavi. A seguire in anteprima nazionale il nuovo progetto di Stefano Bollani, affiancato da quattro maestri dell'improvvisazione, che esplora il mondo di Frank Zappa. L'esibizione ha forse pagato lo scotto dell'anteprima; sarebbe interessante rivederlo fra qualche mese passato il periodo di rodaggio.
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