particolare quella di non aprirsi eccessivamente nei confronti del prossimo e di mantenere un distacco. Tale comportamento si potrebbe definire british, ma tradisce, in realtà, un disagio.
     Il rapporto è destinato a navigare in acque poco limpide, ma, a differenza degli altri legami sviluppati nell’intreccio, sembra quello più autentico, meno artificioso di quello che possa sembrare da certe sequenze che naufragano nel comico più paradossale.
     Dietro le peregrinazioni sessuali del giovane professore e della spensieratezza, un po’ nevrotica, del coprotagonista, si cela un confronto che diventa virile, dove le parole lasciano spazio al comportamento, al contegno; malgrado i ripetuti dibattiti sulla letteratura e certe digressioni surreali, si arriva al silenzio e alla riflessione. Spesso, questo momento giunge in concomitanza con un evento decisivo e traumatico, escamotage abbastanza tipico per creare una cornice all’epilogo.
     Kevin Kline è molto bravo e diverte nella parte del vecchio accompagnatore con un passato da sceneggiatore teatrale; ripesca dal suo bagaglio di attore quell’aria di saccente leggerezza che, in passato, ha caratterizzato certi suoi personaggi.
     Infine si può dire che “The extra man” non è solo una rappresentazione cinica di un certo tipo di società, ma anche la dimostrazione di come la grandezza del mondo all’interno di ciascuno sia quasi più affascinante del mondo circostante e di come quest’ultimo possa passare in secondo piano. Specialmente se si tratta di New York, la quale del mondo dovrebbe essere il punto nevralgico.

      pagina 02 di 02
 
 
 
 
 
Infobergamo® - www.infobergamo.it è un prodotto H.S.E. - Leggi la nostra CDD - Validazione XHTML - CSS
Autorizzazione Tribunale di Milano n.256 del 13 aprile 2004. Vietata la riproduzione e la riproposizione non autorizzate di testi ed immagini.
Recensione, The extra man, Un perfetto gentiluomo, Kevin Kline, New York, Upper West Side, Professore, Cinico