PROVA SU STRADA: SUZUKI 750 GSR
di Giovanni Cozzi
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Per tutti gli appassionati delle due ruote, questo mese Infobergamo.it propone la prova su strada della Suzuki 750 GSR, per svelare pregi e difetti dell’ultima arrivata sul mercato tra le naked di taglia media. Infatti, se da un lato la nuova Suzuki si affaccia sul panorama mondiale un pochino in ritardo rispetto alla concorrenza, è vero anche che dal canto suo offre una immagine di sé molto concreta e stimolante, badando al sodo senza tanti fronzoli e orpelli inutili, ma con una linea molto scolpita, prettamente giapponese in puro stile Manga, la quale tanto ricorda la cugina Kawasaki Z750, modello precursore di tale fenomeno tutto nipponico, ma anche tanto apprezzato nei mercati occidentali.
Ad una prima occhiata, si ha l’impressione di qualcosa di già visto, ma, guardandola meglio, si nota come nell’esecuzione della nuova GSR il tutto
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sembri oggettivamente amalgamato meglio che nella concorrenza.Vista da vicino le finiture e gli accoppiamenti non lasciano spazio a critiche, mentre nella sostanza, per un evidente volontà di non far ricadere troppo i costi finali sull’utenza, si è volutamente rimasti su materiali semplici come l’acciaio per telaio e forcellone invece delle più nobili leghe leggere, al pari del sistema frenante con pinze a due pistoncini, al contrario di alcune concorrenti che di serie viaggiano con pinze a quattro.
Il telaio è un perimetrale con sezione a D, sinuoso e molto avvolgente (ecco perché l’acciaio) mentre il sovradimensionato forcellone posteriore dà una sensazione di robustezza evidente. La forcella a steli rovesciati Kayaba da 45 mm, poi, è splendida e regolabile nel precarico così come il generoso mono posteriore a beveraggio progressivo anch’esso Kayaba.
Il propulsore deriva direttamente da quello della GSX-R del 2005 e quindi si parla di una unità tra le migliori sul mercato da sempre. In questo caso però è |
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