quotidiana, dagli studi fatti e dai continui aggiornamenti medici. Di fatto, quella terapia non convinceva, anche se vi erano alcuni aspetti che francamente si potevano considerare validi. La pressione, anche mediatica, fu molta. Fortunatamente fu eseguito uno studio scientifico, molto rigoroso ed ineccepibile, dove la terapia venne somministrata ad un numero specifico di pazienti, ma confrontata, ‘randomizzata’, con lo stesso numero di pazienti trattati con le cure convenzionali. I dati raccolti dimostrarono in maniera definitiva che la multiterapia Di Bella non offriva vantaggi significativi in termini di cura. Da allora non se parlò più.”
     Qual è il futuro della cura nel campo dell’oncoematologia?
     “Il futuro è molto promettente, non ci sono dubbi. Da quando è stato identificato il genoma umano, avendo compreso che i tumori derivano da modificazioni acquisite del patrimonio genetico, oggi c’è la possibilità di individuare l’aspetto che condiziona l’insorgenza di un tumore. Quindi, possiamo ricercare nuove terapie target, con un bersaglio ben preciso, in modo da correggere il difetto cellulare che ne è derivato. È iniziata un’epoca nella quale i progressi avvengono anno per anno, la chemioterapia tradizionale ha fatto molto, ma oggi viene sempre più integrata con i nuovi farmaci biologici, i quali saranno sempre più mirati, precisi, specifici. Questo sicuramente darà un grosso impulso al miglioramento nella cura dei tumori nei prossimi anni.”

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