e si diventa bravi nell’eseguirle. Per me, invece, Wing Chun è qualcosa che mi aiuta nella difesa personale ed è in questa ottica che continuo oggi ad insegnarlo. È chiaro che se vengono a me delle persone che sono interessate solo alla tecnica e alla perfezione nell’esecuzione, io me ne accorgo e cerco di dare loro quello che vogliono, solo tecnica. Invece, per me, Wing Chun è combattimento, un sistema di difesa. È un’arte marziale molto personale, le tecniche non vengono percepite da tutti allo stesso modo in quanto essendo ‘il mio modo personale’ di combattere anche se ci sono dei princìpi uguali dietro, è
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il mio corpo che lo apprende in maniera personalizzata. È compito del Maestro, dopo aver insegnato i princìpi base, capire l’allievo e dare lui quello di cui ha più bisogno. Ovvio, il Maestro deve insegnarlo come lo ha appreso, senza apportare variazioni sul tema, ogni persona poi lo praticherà come il suo corpo glielo consentirà.”
Ci sono anche dei princìpi morali ai quali il Wing Chun si ispira?
“Come in ogni arte marziale che si rispetti, alla base ci devono sempre essere umiltà e rispetto. Rispetto per le persone e per chi ti ha insegnato, nonché umiltà nell’allenamento. Queste due doti, unite alla visione globale della famiglia, sono alla base della mia scuola di Wing Chun. A queste caratteristiche se ne aggiungono altre, alcune sono anche la base del sistema Taoista: usare la forza dell’avversario per ritorcerla contro di lui, essere fluido come l’acqua, la teoria della linea centrale (intesa come la capacità dell’individuo di trovare e mantenere il proprio centro n.d.r.), sono tutte teorie che solo con l’allenamento assiduo si possono mettere in pratica.”
Il Wing Chun è una tecnica adatta a tutti?
“Se uno va ad Hong Kong si rende conto che, laggiù, lo praticano davvero tutti. Nelle scuole, anche di diverso lignaggio, ci sono bambini, adulti ed anziani che lo praticano, la palestra non è un luogo visto come da noi, ma è un punto di |
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