ricadute non alterano la prognosi del paziente, nel senso che non modificano la sua sopravvivenza. Comunque, stando alle statistiche di AIRTUM, in Italia siamo a un buon livello di cure oncologiche, in linea con il resto dell’Europa, anche se risulta comunque un divario il Nord ed il sud d’Italia, dove le cure sono più scarse.”
     Con la creazione di nuove cure più mirate, i farmaci biologici per esempio, la chemioterapia andrà in pensione?
     “Per alcune neoplasie ben specifiche, come per esempio nel tumore del rene metastatico, è stato osservato che questi farmaci somministrati da soli (in monoterapia) sono molto efficaci e rappresentano davvero un punto di svolta nella cura dei malati di tumore. Oggi i ricercatori però stanno osservando come questi farmaci, nella maggior parte delle malattie, funzionino meglio se abbinati alla chemioterapia tradizionale, è come se ne potenziassero l’effetto. Essi vengono utilizzati anche per ridurre la malattia e per poter intervenire chirurgicamente sul paziente, chirurgia che se effettuata in maniera radicale impatta notevolmente sulla guarigione. Passi da gigante sono stati fatti anche nel campo della radioterapia: ci sono macchinari nuovi, come il Cyberknife, che permettono di poter agire in maniera chirurgica sulla malattia lasciando il tessuto intorno assolutamente sano, con nessuno o minimi effetti collaterali.”
     Come reagiscono alle cure le persone più anziane?
     “Il trattamento cambia in base alle altre patologie che sono presenti nell’anziano. Ci sono persone in là con gli anni che sono estremamente attivi e reattivi, altri che, causa magari patologie collaterali quali il diabete o le vasculopatie, sono più fragili. Se la persona è solo anagraficamente anziana, ma non ha particolari problemi di salute, gli si può somministrare la stessa terapia prescritta ad una persona giovane. Anche dal punto di vista degli interventi chirurgici, è la medesima cosa, ci sono pazienti che sopportano tranquillamente anestesie ed intervento, altri un pochino più delicati che necessitano di interventi più misurati.”
     La FSM è un centro specializzato per la prevenzione e la cura del tumore della mammella, neoplasia femminile per eccellenza. Quanto impatta sulla vita di una donna questa malattia?
     “Tanto, anche dal punto di vista psicologico, in quanto il seno fa parte della propria rappresentazione corporea; il fatto di avere una cicatrice più o meno deturpante sul seno ha un grosso impatto sulla psiche femminile. Il nostro Centro Senologico, che fa parte di un gruppo internazionale denominato EUSOMA, conta nel suo organico un chirurgo senologo e un chirurgo plastico

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Intervista, Dottoressa, Cristina, Teragni, Oncologo, FSM, Fondazione Salvatore Maugeri, Tumore, Mammella, Statistiche, Guarigione