un fragoroso “Hi Jackie!”. Non solo questi furono i gesti d’informalità del nuovo Papa: fra lo stupore dei suoi consiglieri e vincendo la resistenza della parte conservatrice della Curia, Giovanni XXIII indisse un concilio ecumenico, esattamente novant’anni dopo il dibattuto Concilio Vaticano I.
Mentre i suoi consiglieri auspicavano tempi lunghi per la realizzazione del concilio, almeno un decennio, il nuovo Papa lo programmò e lo realizzò in pochi mesi e, una settimana prima dell’inizio, si recò in pellegrinaggio a Loreto e ad Assisi, per affidarne le sorti alla Madonna e a San Francesco. Dall’Unità d’Italia, quella fu la prima volta che un Papa varcava i confini del Lazio, ripercorrendo luoghi che anticamente erano appartenuti allo Stato Pontificio, e questo gesto fece sì che lui incarnasse l’antica figura del Papa pellegrino; il suo esempio fu poi seguito da molti suoi successori, in particolare da Giovanni Paolo II. La folla lo attese ad ogni stazione dove il treno papale passò per testimoniare il proprio affetto, riempiendo anche fino all’inverosimile le due basiliche di Loreto ed Assisi.
Nello stesso anno (1962) Papa Giovanni XXIII compì altri due gesti estremamente emblematici: il primo fu l’incontro con l’Arcivescovo di Canterbury, Geoffrey Francis Fisher, la prima visita in Vaticano di un capo della Chiesa Angelicana in 400 anni, mentre il secondo fu la scomunica di Fidel Castro, avvenuta esattamente il 3 gennaio di quell’anno, e il divieto a tutti i cattolici nel mondo di appoggiare i governi comunisti.
Celebri furono i discorsi del Papa alla folla, che lo amò tanto fino alla fine del suo pontificato; il più famoso fu quello che è ricordato come “il discorso della Luna”. L’11 ottobre del 1962, in occasione della serata di apertura del Concilio, affacciandosi su piazza San Pietro, Giovanni XXIII così apostrofò la folla: “Cari figlioli, sento le vostre voci, la mia voce è una sola ma riassume la voce del mondo intero […] Si direbbe che anche la Luna si è affrettata stasera, osservatela in alto, a guardare questo spettacolo […] Tornando a casa troverete i bambini. Date una carezza ai vostri bambini e dite: questa è la carezza del Papa. Troverete qualche lacrima da asciugare, dite una parola buona: il Papa è con voi, specialmente nelle ore della tristezza e dell’amarezza”. Fu uno dei momenti più intensi nel pontificato di Roncalli; questo Papa viveva con la piazza dei fedeli, partecipava alla loro sofferenza, gioiva insieme a loro della bellezza per quella Luna così luminosa. Prima di allora, la Chiesa non era mai stata così vicina ai propri fedeli.
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