Nello stesso periodo, Mussolini iniziò una proficua collaborazione con il periodico socialista “La lima”, per il quale firmava articoli con lo pseudonimo “Vero Eretico”. Nel 1909 divenuto segretario della Camera del Lavoro di Trento e diresse il quotidiano “L’avventura del lavoratore”: la sua fervente campagna propagandistica ottenne un vasto eco nel popolo, ma urtò gli ambienti moderati e cattolici, pertanto fu espulso anche da lì, tra le proteste dei socialisti trentini. Tutta la sinistra italiana rimase colpita da questo fervente esponente del partito.
Tornato a Forlì, Mussolini si unì, senza alcun vincolo matrimoniale né civile né religioso, a Rachele Guidi, figlia della compagna del padre. Dalla loro unione nacquero Edda (1910), Vittorio (1916), Bruno (1918), Romano (1927) e Anna Maria (1929). L’unione fra Benito e Rachele fu regolarizzata nel 1915 (da parte civile) e nel 1925 con matrimonio religioso.
Nel 1910, la federazione socialista forlivese gli offrì la direzione del nuovo settimanale “Lotta di classe”, nominandolo contemporaneamente segretario della federazione, un incarico che ricoprì per tre anni: persona dotata di gran carisma, Mussolini diede una svolta al socialismo romagnolo arricchendolo di idee rivoluzionarie ben lontane dalla tradizione razionale e pragmatica del marxismo, che caratterizzava tutti gli uomini del P.S.I. dell’epoca. Nell’ottobre di quell’anno, al termine del congresso socialista a Milano, Mussolini tentò di scuotere le coscienze della minoranza, anche a rischio di spaccare il partito o provocando l’uscita del P.S.I. dalla federazione, ma nessuno lo seguì. Più tardi, però, con la guerra in Libia, ha portato un cambiamento nelle correnti socialiste, Mussolini apparve da subito come l’uomo ideale per il cambiamento e per impersonare il rinnovamento del partito politico. Assunta la direzione del quotidiano “Avanti!” alla fine del 1912, Mussolini divenne il nuovo protagonista della scena politica socialista italiana.
Lo scoppio della prima guerra mondiale trovò un Mussolini in linea con il suo partito, totale neutralità; nel giro di pochi mesi, però, maturò in lui la convinzione che questo atteggiamento avrebbe finito per relegare il P.S.I. ad un ruolo sterile e marginale, mentre l’occasione sarebbe stata assolutamente perfetta per far percorrere alle masse popolari quella via al rinnovamento rivoluzionario altrimenti giudicato impossibile da attuare nella società dell’epoca. Mussolini si dimise dalla direzione dell’organo socialista il 20 ottobre del 1914, subito dopo la pubblicazione di un suo articolo, che fece notare il cambio di programma, dal titolo provocatorio “Dalla neutralità assoluta alla neutralità attiva ed operante”. Il giorno dopo, il distaccamento milanese del P.S.I.
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