funzionamento. Questa voragine economica, pari al 25% del costo complessivo dell’opera, va ad aggiungersi al ritardo nella consegna della struttura sanitaria, prevista per il 2012, ovvero con circa due anni di ritardo sulla originaria data di ultimazione.
     Il fatto vero è che i recenti accadimenti hanno creato una lunga serie di malumori tra la popolazione delusa da questa situazione, che ha purtroppo accomunato Bergamo all’andazzo generale del resto del Paese quanto a ritardi, imprevisti e costi modificati. Non è una novità né si poteva realisticamente pensare che Bergamo, pur con tutte le sue virtù antropologiche, potesse costituire un’eccezione nel panorama nazionale falcidiato dai problemi della pletorica e contraddittoria amministrazione della cosa pubblica. Forse, si riteneva erroneamente che Bergamo ed i bergamaschi fossero immuni dal virus della precarietà, che affligge il Belpaese quando si tratta di concludere e realizzare opere di rilevanza pubblica, ma la realtà ha dimostrato che, nonostante i lavori siano proseguiti ad oltranza e con meticolosa attenzione rispetto ad altre opere, qualcosa ha stravolto e modificato i programmi originari.
     L’inghippo generato dalla falda acquifera sottostante la costruzione, che ha causato l'inondazione di alcuni scantinati del nuovo ospedale, ha creato non poche perplessità tra l’opinione pubblica, visto che le maggiori spese imputate per risolvere il problema si sono trasformate in un’attestazione di brutta figura per chi ha puntato sulla realizzazione di questa opera e soprattutto in un costo che si poteva e si doveva evitare in un momento di pessima convergenza economica.
     In questo mare magnum di dissidi, incertezze e rinvii, le opposizioni politiche locali hanno minacciato esposti in Procura e ricorsi alla Corte dei Conti, lamentando una situazione sibillina per la quale pretendono chiarimenti sia alla Regione Lombardia, erogatrice dei finanziamenti, sia dai Riuniti, quali destinatari e beneficiari della nuova consistente pioggia di fondi. In particolar modo, si è sottolineato come sia necessario dare conto dell’utilizzo dei fondi stanziati dalla Regione e del perché la spesa aggiuntiva non sia stata contemplata nel costo originariamente quantificato. Resta ovviamente aperto il tema delle responsabilità dell’impresa realizzatrice dei lavori in merito alle infiltrazioni che hanno determinato il rinvio dell’apertura dell’ospedale e del perché non si faccia cenno alcuno al regime delle penali per il ritardo della consegna dell’opera.

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