AEROPORTO DI ORIO AL SERIO
Nuovo presidente, nuove prospettive e vecchi problemi
di Pierluigi Piromalli
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Recentemente, l'assemblea dei soci della Sacbo, società di gestione dell'aeroporto di Bergamo Orio al Serio, ha deliberato la nomina di Miro Radici alla carica di nuovo presidente del consiglio di amministrazione in sostituzione di Mario Ratti, presidente uscente nonché proposto ad analoga investitura onoraria di Sacbo. L’assemblea è coincisa con l’approvazione del bilancio d’esercizio 2010 durante il quale la Sacbo ha dichiarato di aver generato ricavi per oltre 92 milioni di euro, confermando la crescita esponenziale dei profitti aeroportuali.
Il neopresidente di Sacbo ha, quindi, illustrato l’andamento dell’attività relativa al primo trimestre 2011, nel corso del quale l’aeroporto di Orio al Serio ha registrato, in un clima di comprensibile soddisfazione generale, un incremento significativo per numero di passeggeri trasportati rispetto al trimestre dell’anno precedente e totalizzando ulteriori segni in più rispetto alla movimentazione degli aerei e delle tonnellate di merce trasportate. L’aeroporto orobico, dati alla mano, si è pertanto confermato realtà importante nel sistema lombardo, piazzandosi al quarto posto nella classifica degli scali nazionali per transito di passeggeri, dopo Roma Fiumicino, Milano Malpensa e Milano Linate, e scalando una posizione per quanto concerne le unità di traffico generate.
In riferimento alle recenti nomine alla presidenza e alla dirigenza della Sacbo, le opposizioni, oltre ai consueti auguri di protocollo, hanno però espresso una certa preoccupazione per il futuro e per le prospettive dell’aeroporto. Non è dato sapere se i timori esternati siano conseguenza più di una tattica strategica per tenere alta la pressione sul nuovo corso o se, in realtà, vi sia una certa perplessità circa la prospettiva di raggiungimento degli obiettivi gestionali che dovrebbero garantire alla comunità bergamasca il mantenimento degli attuali standard qualitativi e quantitativi, tenuto conto che è ancora pendente la “querelle” che riguarda le ipotesi di holding tra Sea, Sacbo e gli aeroporti di Brescia e Verona. L’opposizione teme che i dissensi tra Sacbo e la consorella milanese, divise da comprensibili e contrapposti interessi sulle strategie future dei rispettivi scali, costituiscano un campanello d’allarme preoccupante per il futuro dell’aeroporto, poiché è evidente che Sea cercherà di far valere il proprio peso specifico per favorire lo sviluppo di Malpensa e Linate. L’opposizione ritiene, quindi, indispensabile che si definisca un programma strategico, che chiarisca,
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