senza equivoci, il ruolo di Orio nel sistema aeroportuale del Nord Italia e chiede che la nuova dirigenza Sacbo si muova rivolgendo particolare attenzione all’interesse del territorio, dell’economia bergamasca e delle questioni ambientali che gravano sui quartieri cittadini e sui Comuni periferici.
Dall’altra parte della barricata politica si è espresso il neo presidente Radici, il quale ovviamente non poteva che prendere atto delle statistiche che premiano lo scalo orobico e conseguentemente l’operato della precedente società di gestione.
Nel constatare il ruolo fondamentale della maggiore compagnia aerea, ovvero quella Ryanair, che ha consentito ad Orio di crescere vorticosamente macinando utili e di porsi come uno dei principali aeroporti di riferimento del Nord Italia, si è sottolineato che uno degli obiettivi della nuova dirigenza si concentrerà sull’ipotesi di allargamento delle offerte ad altre compagnie aeree che si affianchino alla Ryanair, limitandone il monopolio. Il dichiarato intendimento appare, sotto questo profilo, importante e in parte correttivo della scelta operata (e fruttuosamente coltivata) dalla precedente amministrazione, forse troppo condizionata dagli umori e dalle decisioni del vettore irlandese, che, da buon monopolista, impone programmi e disegna scenari unilaterali forte della propria posizione dominante e della consapevolezza di avere in pugno la società di gestione. Se l’orientamento di Radici e di tutto il Cda fosse effettivamente quello di favorire un concorrenza tra compagnie, l’aeroporto potrebbe sicuramente trarne beneficio, innanzitutto perché verrebbe diversificata la domanda e secondariamente poiché verrebbe protetto dalle conseguenze di eventuali decisioni future, sempre possibili in uno scenario commerciale dinamico, che potrebbero spingere gli attuali vettori a rivedere investimenti o accasarsi altrove.
Non va, infatti, dimenticato che, già all’indomani del congedo di Alitalia dall’aeroporto della Malpensa, fu proprio la Ryanair del vulcanico O’ Leary a prendere in contropiede tutti proponendo un robusto piano industriale che prevedeva l’acquisizione degli slot della compagnia di bandiera e il riposizionamento sullo scalo varesino di un rilevante numero di aerei per colmare il buco lasciato da Alitalia, proposta che, se fosse andata in porto, avrebbe probabilmente ridisegnato negativamente gli scenari di Orio, vista l’indubbia prevalenza di Malpensa per motivi geografici ed economici, mettendo in crisi le aspettative del mondo imprenditoriale orobico. È, quindi, auspicabile
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