che il Cda orienti i futuri obiettivi in tale direzione, operando scelte lungimiranti e allo stesso tempo commercialmente valide, tenuto conto che in ogni ipotetico sodalizio allargato (Sea, Montichiari, Verona) ognuno tirerà acqua al proprio mulino.
     Puntare, quindi, solo su Ryanair, come è stato fatto fino ad ora, è una scelta potenzialmente rischiosa, che non può costituire garanzia assoluta per una programmazione duratura e per il sostentamento dell’economia locale.
     Meno convincente, invece, è stata l’uscita di Radici sulla annosa questione ambientale, che contrappone i comitati dei cittadini e la Sacbo. L’essersi, infatti, dichiarato soddisfatto dei passi fatti culminati con l’adozione delle curve isofoniche finalizzate a contrastare le negative ricadute sul territorio rappresenta, nel clima belligerante attuale, una semplice constatazione che non aggiunge nulla di significativo nella diatriba tra amministrazioni locali, cittadini e società di gestione dello scalo. In realtà, la situazione non si circoscrive al solo, sebbene importante, problema dell’inquinamento acustico, ma riguarda più da vicino l’incessante crescita del traffico aereo quotidiano che viene osteggiato dai comitati dei residenti.
     Non bisognerà illudersi, perché la battaglia sarà destinata a proseguire anche con l’attuale direttivo Sacbo essendo il problema aeroportuale, negli intendimenti degli oppositori, una questione che potrà essere gestita nell’unico modo possibile: arrestare la crescita dello scalo limitando se non riducendo il traffico aereo e ponendosi in evidente controtendenza con gli obiettivi che la politica e l’economia orobica intendono perseguire tramite una infrastruttura ormai imprescindibile per tutto il bacino provinciale e regionale.