scambi culturali con reciproco arricchimento. È una realtà, questa, che potrà non piacere ad alcuni, forse a molti più di quelli che si creda, ma che condizionerà la crescita sociale e lo sviluppo economico essendo ormai in atto un processo irreversibile di faticosa integrazione con le popolazioni straniere più penalizzate.
     In un mondo in trasformazione e in una burocrazia ingessata dalla produzione smisurata di norme che devono regolare la vita dell’individuo fino all’interno delle quattro mura domestiche e che, a maggior ragione, non riescono a controllare i fenomeni migratori, non si può certo sperare che città come Bergamo, collocate nel cuore dell’opulenta ed operosa Lombardia, possano rimanere immuni da eventi epocali che economie sature come quelle europee cavalcano per rilanciare soprattutto produttività a basso costo e mantenimento forzato di uno status quo collettivo.
     In tutto questo il sacrificio richiesto ai cittadini sarà quello di rinunciare progressivamente alle tradizioni e di accettare i cambiamenti in nome di un perdurante benessere.