BERLUSCONI E IL CORTOCIRCUITO NAZIONALE
                                  di Pierluigi Piromalli

     Probabilmente qualsiasi cittadino italiano, e ancor prima elettore, si sarà in qualche modo identificato con Berlusconi e avrà provato ad indossarne gli scomodi panni di vittima dichiarata di una congiura giudiziaria che sta, da anni, occupando la scena politica nazionale. Il Premier, fin da quando decise di fare ingresso nell’arena politica camminando sulle macerie di Tangentopoli, ha adottato una strategia “militare”che lo ha posto in forte contrapposizione con il potere giudiziario dello Stato. Questa deliberata scelta di rottura, suggerita anche dalla necessità di erigere, fin dagli esordi, una imponente linea Maginot, ha fatalmente convinto parte dell’elettorato che le accuse alla persona del Premier nascondessero una manovra, dai più definita eversiva, di una parte della magistratura politicizzata e al servizio delle opposizioni, concentrata nel mettere a punto un piano di abbattimento del leader forzista e del suo partito. Berlusconi ha impostato una linea politica in perfetta coerenza con la difesa dei propri peccati originali ed ora anche dei propri vizi privati che si sono tradotti in capi di imputazione piuttosto severi e delegittimanti per una figura istituzionale. Ovviamente, per reagire a tale asserita ed univoca aggressione, si è scatenata una veemente controffensiva politica che utilizza gli strumenti di una paritetica delegittimazione del sistema giudiziario, che dovrebbe agire sul meccanismo della persuasione collettiva veicolata dai media.
     In questa prospettiva, il Premier si è autoconferito la titolarità a difendere se stesso in qualsiasi sede privata o pubblica attraverso l’uso del web, mediante interventi telefonici in occasione di trasmissioni televisive ed affermando una presenza costante sui quotidiani nazionali attraverso i portavoce del suo schieramento. Rinnovare periodicamente questa infinita battaglia che va avanti da tempo e che disegna il metaforico scenario della vittima contrapposta al carnefice è ormai diventata una costante dell’agenda politica istituzionale che sta, però, generando effetti devastanti per il Paese e per la sua credibilità. Il decreto sulle intercettazioni, la legge annunciata sulle responsabilità dei giudici e la riforma dell'ordine giudiziario, che in altri contesti potrebbero anche apparire fondate e lecite proposte parlamentari, diventano agli occhi dell’opinione pubblica mere forme di autodifesa viziate da un difetto di origine che le rende, nel migliore dei casi, sospette.
     Berlusconi sembra ricercare deliberatamente lo scontro, alternato a momenti di apparente quiete, con tutte le maggiori forze istituzionali del Paese, dalla

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