LA PENETRAZIONE DELLA ‘NDRANGHETA IN LOMBARDIA
                                  di Pierluigi Piromalli

     Nelle ultime settimane l’attenzione dei quotidiani e dei media nazionali si è concentrata sul problema delle infiltrazioni della criminalità organizzata nell’economia lombarda e sul tentativo della stessa di insinuarsi anche all’interno delle amministrazioni locali, suscitando grande preoccupazione nell’opinione pubblica. In realtà, tale fenomeno rappresenta un problema non di oggi, bensì riconducibile a peccati originali remoti e non era certo necessario scorrere la relazione annuale della Direzione Nazionale Antimafia per apprendere che la Lombardia si conferma la Regione del nord Italia che registra, per usare la definizione della DNA “il maggiore indice di penetrazione nel sistema economico legale dei sodalizi criminali della 'ndrangheta, secondo il modello della colonizzazione". In sostanza, chi riteneva che la Regione fosse immune da questo virus era probabilmente abbagliato da una visione fiabesca e disneyana della realtà, poiché era evidente che gli interessi economici presenti nel contesto più industrializzato d’Italia avrebbero richiamato l’attenzione dei sodalizi criminali più strutturati.
     Se già il capoluogo lombardo è stato, nei decenni scorsi, terra di conquista della mafia siciliana, oggi più che mai la Lombardia accusa infiltrazioni della ‘ndrangheta calabrese, che ha saputo diffondersi abilmente adottando un vero e proprio modello di colonizzazione, cioè di espansione su di un nuovo territorio, organizzandone il controllo, gestendone i traffici illeciti e conducendo alla formazione di uno stabile insediamento mafioso che richiama il modello organizzativo di origine. La 'ndrangheta ha ormai messo radici, divenendo, con il tempo e con l’organizzazione capillare di controllo del territorio, un'associazione dotata di un certo grado di indipendenza dalla “casa madre”, dalla quale però comunque continua a dipendere per le più rilevanti scelte strategiche. In Lombardia si è, quindi, riprodotta una struttura criminale che richiama le tradizioni e la ritualità della 'ndrangheta affermatasi nelle terre d’origine, roccaforte che ha plasmato un’organizzazione fortemente temuta ed invasiva oltre che dotata di un rilevante potere finanziario che, in una fase di perdurante crisi economica, costituisce un valore aggiunto per penetrare ancor più incisivamente nel tessuto sociale.
     Se quindi l’organizzazione ha saputo, grazie a connivenze trasversali e discutibili aderenze politiche, affermarsi anche in altre regioni italiane, a

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