maggior ragione non deve meravigliare che la Lombardia, per ovvie ragioni, sia diventata la terra di conquista più ambita dove la 'ndrangheta, attraverso la propria fitta ragnatela di rapporti, è oggi l'assoluta dominatrice della scena criminale, tanto da relegare ad una posizione subordinata ogni altra presenza mafiosa di origine straniera.
Si registra, inoltre, molto allarme per le infiltrazioni nelle pubbliche amministrazioni emergendo in modo costante e preoccupante (si pensi al recente scioglimento del consiglio Comunale di Bordighera) la presenza sempre più gravemente pervasiva di soggetti collegati alle organizzazioni criminali che tendono ad acquisire ruoli influenti all’interno degli enti locali al fine di condizionare appalti e decisioni amministrative rivolte ad agevolare iniziative di investimento nell’ambito delle municipalità. Anche questa circostanza non è elemento nuovo, perché in Lombardia sono in corso realizzazioni di opere di primaria importanza infrastrutturale e Milano è assegnataria dell’Expo 2015, evento che attrarrà consistenti capitali dell’Unione Europea e che muoverà un rilevante flusso di denaro tra appalti e subappalti, vero Eldorado dei sodalizi mafiosi.
Le mafie italiane ed in particolare la ‘ndrangheta, attraverso il loro sistema di Imprese, attraverso la rete di società satelliti e la straordinaria capacità di movimentazione finanziaria, hanno conquistato un ruolo primario nella globalizzazione e non solo nella circoscritta dimensione criminale. Del resto, sfogliando quotidianamente le cronache giudiziarie ed i giornali locali si apprende di operazioni antimafia che coinvolgono il territorio nazionale senza dimenticare i blitz interforze con le polizie di Stati esteri. Il sodalizio calabrese è poi riuscito a diventare un soggetto dinamico nel tessuto economico finanziario, pur mantenendo quella tipica connotazione familiare di aggregazione circoscritta ed impenetrabile dall’esterno, contribuendo alla formazione di quel PIL mondiale che si alimenta con l’economia sommersa ed illegale. Infatti, sempre più spesso si sente parlare di “fatturato” della mafia come se si volesse attribuire al soggetto criminale una valenza imprenditoriale con tutto ciò che ne consegue in termini di contabilità e redditualità. Un atteggiamento che, prendendo atto di una realtà ormai entrata a pieno titolo nelle transazioni economiche non solo nazionali, evidentemente accetta la presenza di un male considerato necessario ma funzionale al sistema Paese.
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