felicità i genitori. Un caso eclatante è quello della piccola Eden, 6 anni, che ha una truccatrice, una parrucchiera, una scorta tutta per sé e un manager, ha un account su Twitter, pagine su Facebook e un canale video su YouTube (sì perché la piccolina, oltre alle mossette, canta pure!)… ovviamente, ai genitori non passa neanche per la mente che si possa trattare di sfruttamento di lavoro minorile!
     Una pantomima spacciata per concorso di bellezza che invece è uno sfruttamento vero e proprio, fragili piccole creature costrette a sottoporsi a fatiche e torture (i bimbi devono giocare e riposare, non passare le ore al trucco, in passerella o fare tardi la notte) che nessuna modella adulta affronterebbe, anche se questa non è una storia recente (i primi concorsi di bellezza in America apparvero negli anni Venti). Qualcosa, però, sta cambiando.
     “Little Miss America” ha chiuso i battenti, come dicevo prima, con un sospiro di sollievo di quanti guardavano preoccupati a questo mondo, e molte persone che hanno vissuto questa esperienza in prima persona hanno trovato il coraggio di metterlo nero su bianco, per denunciare il nero che sta dietro il rosa pastello di questa infanzia, apparentemente perfetta.
     Tanyth Carey ha raccolto, in un libro, la sua rabbia: “Dov’è finita la mia bambina?”. Ex reginetta di bellezza, oggi è una giornalista che denuncia la follia di questo mercato, con la vendita dei prodotti di bellezza dedicati alle bambine che, dal 2007 ad oggi, ha più che triplicato gli incassi. È assai prevedibile il corollario di problemi che ruota intorno a questo mondo: se una bimba a nove anni decide di mettersi a dieta perché si vede grassa (?) che tipo di adolescente sarà? Come farà a non scivolare nel baratro dell’anoressia o della bulimia, alla ricerca del corpo perfetto se fin da piccola le hanno inculcato in testa che solo con la bellezza e la perfezione si ha il diritto di esistere?
     La cronaca, poi, non ci risparmia dettagli noir e ci mostra l’altra faccia di questo mondo, quella più assurda. Fece scalpore in America l’omicidio della piccola e bellissima JonBenet Ramsey, trovata nuda in casa propria, violentata e massacrata a soli sei anni. Una bambola in carne e ossa che qualcuno ha scagliato per terra, rompendola del tutto. Peccato che la bambola, in realtà, fosse solo una bambina vittima del narcisismo della madre, ex reginetta di bellezza, che di fronte all’incomparabile magnificenza della figlia non ha saputo resistere. Inevitabile il pensiero maligno di molte persone: le lacrime di quella mamma disperata sono per la morte della propria bimba o per la perdita della gallina dalle uova d’oro? In mezzo, il pensiero angoscioso che a morire, in modo violento e doloroso, è stata una piccolina di sei anni, bella finché vuoi, ma pur sempre una bimba.

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