IGT, DOP, STG: VIAGGIO NEL MONDO DELLE SIGLE ALIMENTARI
                                  di Cristina Mascheroni

     L’Italia, con il suo 22%, è leader sul mercato mondiale. Tallonato da vicino dai cugini d’Oltralpe (la Francia si piazza seconda con un ragguardevole 18%), seguito a breve distanza da Spagna (15%) e Portogallo (12%), il nostro Paese è quello che vanta il maggior numero di prodotti agroalimentari “etichettati” con una sigla di qualità. Ben ce ne siamo accorti durante le trascorse feste natalizie quando, spersi fra i banconi alimentari di super e iper mercati, ci siamo avveduti che fra Dop, Igp e Stg c’è da perderci la testa. Ammettiamolo… queste sigle effettivamente ci risultano assai misteriose, non abbiamo ben chiaro il loro significato, non per ignoranza ma per carenza di informazioni sull’argomento. Vediamo quindi, nei limiti del possibile, di fare un po’ di chiarezza in merito.
     Le sigle. Le più diffuse, riconosciute a livello nazionale, sono le seguenti: Igp, che significa “Indicazione Geografica Protetta”; il marchio assicura che il prodotto viene lavorato con una tecnica di produzione artigianale di stampo tradizionale (fatti a mano da artigiani, per intenderci) ed avviene, totalmente in alcuni casi, almeno in parte in altri, sul territorio locale che dà la specificità del prodotto. Sono classificati prodotti Igp, per esempio, lo speck dell’Alto Adige, la bresaola della Valtellina e le pere dell’Emilia-Romagna, caso unico nel quale il bollino Igp (un cerchio giallo con una corona stellata blu) è disegnato in maniera differente.
     Dop, che significa “Denominazione di Origine Protetta”, è il marchio che raggruppa i prodotti, sempre ottenuti con tecniche di produzione artigianale di stampo tradizionale, legati ad uno specifico territorio e su di esso interamente realizzati. È il caso del salame di Varzi, per esempio, prodotto nell’Oltrepò Pavese, luogo che grazie al suo microclima assicura al salume una stagionatura perfetta. Altri prodotti famosi sono il Parmigiano Reggiano, prodotto solo in quella parte dell’Emilia, che ne assicura la perfezione del gusto, il Grana Padano, il Pecorino Romano, il prosciutto di Parma e via dicendo. Il bollino Dop è invece un cerchio giallo sormontato da una corona stellata rossa.
     Stg, che significa “Specialità Stagionale Garantita”, invece, è il marchio il quale garantisce metodo di produzione ed ingredienti, ma non stabilisce alcun legame con il territorio che lo produce. Sono solo due i prodotti italiani che hanno ottenuto questo riconoscimento, la mozzarella Sibilla, specialità casearia dei Monti Sibillini, Marche, e la pizza napoletana Stg, che può essere prodotta anche a New York, purché il pizzaiolo si attenga alla ricetta tipica originale, con

      pagina 01 di 05
 
 
 
 
 
Infobergamo® - www.infobergamo.it è un prodotto H.S.E. - Leggi la nostra CDD - Validazione XHTML - CSS
Autorizzazione Tribunale di Milano n.256 del 13 aprile 2004. Vietata la riproduzione e la riproposizione non autorizzate di testi ed immagini.
Doc, Igt, Dop, Igp, Stg, Sigle, Alimentari, Origine, Certificazione, Prodotti, Spiegazione, Esportazione