Prima di arrivare alla verità dovetti attendere ancora molto tempo. Addirittura il 1990. In quell’anno stavo leggendo con grande attenzione uno dei classici della letteratura tedesca, il “Simplicissimus” di Hans Jakob Christoffel von Grimmelshausen, del secolo XVII. Una serie di avventure fantastiche e umoristiche, che rispecchiano però la realtà culturale e i drammi storici di un’epoca segnata dagli orrori della Guerra dei Trent’Anni, il catastrofico conflitto di religione tra cattolici e protestanti, che coinvolse una buona parte dell’Europa e provocò la morte di un buon 20 per cento della popolazione del Continente. Ebbene, in un capitolo di questo libro, dedicato al sabba infernale delle streghe, mi colpì una storia che parlava di Benevento, la città di mio nonno Antonio, dove si trovava il ceppo originario della famiglia Jevolella. Ecco la storia, nelle parole stesse di Grimmelshausen: «Un uomo nobile, accorgendosi che sua moglie si ungeva [con il magico unguento delle streghe, n.d.r.] e volava via di casa, una volta la costrinse a portarlo con sé ai raduni delle streghe. Mentre mangiavano [in compagnia delle streghe e dei diavoli, n.d.r.] egli chiese il sale che era venuto a mancare, e, ottenutolo dopo molte insistenze, disse: Dio sia lodato, ecco il sale! Immediatamente le luci si spensero e tutto scomparve [per effetto del nome di Dio pronunciato ad alta voce, n.d.r.]. Fattosi giorno, l’uomo apprese dai pastori che si trovava nei pressi della città di Benevento, nel Reame di Napoli, vale a dire cento miglia dal suo paese.»
Perché proprio Benevento? Mi chiesi. Ed ebbe inizio così la ricerca che mi condusse più rapidamente del previsto alla soluzione del mistero del “noce maledetto”. Fu un caso, una magica combinazione. Passando poco tempo dopo davanti alla vetrina della Libreria esoterica, in Piazza Missori a Milano, vidi esposto un libro intitolato “Il Noce di Benevento”, di Paolo Portone. Lo presi subito e lo lessi avidamente. Finalmente le tenebre si diradarono. Veniva a galla la verità. Ed era una storia incredibile, complessa e affascinante.
Secondo un’antichissima tradizione popolare, diffusa ovunque e non solo in Italia, il noce era davvero l’albero del male e delle streghe, ma tra tutti i noci infernali, quello più famoso di tutti, il vero Noce per eccellenza e con la N maiuscola, era quello che in tutta Europa era chiamato appunto “il Noce di Benevento”. Subito ne vediamo il perché.
Vi sono luoghi dove sembra che le potenze soprannaturali si siano prodigate in infiniti modi per creare un’atmosfera carica di mistero. Benevento, insieme alle terre che la circondano, è uno di questi nodi geografici toccati nei secoli dal turbine di un’ambigua sacralità (e non è un caso che perfino il più “magico” e
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