chiaro invito a meditare sulla fonte occulta della vita; una sorgente segreta, che scaturisce dal cuore irraggiungibile della terra, dunque, da una dimensione meta-fisica, come quella della fonte divina da cui scaturiscono i quattro fiumi dell'Eden, descritti nel libro della Genesi.
Andai avanti e, lungo il sentiero che s'inerpicava sempre verso la montagna, cominciai a scoprire richiami simbolici di ogni tipo: altri cunicoli, scalette che ridiscendevano e poi risalivano, tunnel tortuosi che collegavano tra loro i vari livelli del cammino, una chiesetta gotica, severissima, che sprofondava in un mistico ipogeo, fontane incrostate di cristalli di quarzo, torri di pietra che si slanciavano oltre le cime degli alberi, biforcazioni del sentiero ovunque… erano le scelte della vita, che il destino decide per noi, e al tempo stesso noi decidiamo in base ai nostri desideri, alle intuizioni, alla volontà e al coraggio. Non dovevo andare a uccidere un Minotauro, ma piano piano cominciavo a sentirmi un po' come Teseo nel Dedalo di Cnosso. Meditai sul significato del labirinto e mi resi conto perfettamente che esso è il più perfetto simbolo della nostra vita: in ogni istante siamo chiamati a scegliere tra una molteplicità di vie. In ogni istante costruiamo il nostro destino.
Ed ecco, a un tratto, un sentierino laterale mi trascinò irresistibilmente verso un profondo avvallamento del terreno. Dopo qualche giravolta, mi apparve un laghetto attraversato da un ponticello, e al di là di esso l'imboccatura di un'ampia grotta, ma il sentiero s'interrompeva proprio lì, sul più bello. Io volevo entrare nella grotta ugualmente, ma per proseguire ero costretto a scegliere tra un guado di lastroni affioranti, che si perdeva dietro una parete di roccia a sinistra, e lo scavalcamento di un alto gradino di pietra che in realtà non sembrava affatto messo lì per essere scavalcato… Tuttavia, temendo di perdere l'equilibro sulle lastre affioranti, mi avventurai sul gradone, per poi percorrere carponi qualche metro sotto un arco di pietra, fino a un punto in cui fui costretto ad aggrapparmi di lato alla parete rocciosa e a penzolarmi in bilico sul laghetto per saltare infine dall'altra parte, col rischio di finire davvero nell'acqua! E dopo il salto mi chiesi: “Sarò io l'unico matto che ha deciso di fare così? E a che pro tutto questo? Magari la grotta è qui solo per bellezza e nessuno è tenuto ad entrarvi.” Non ebbi il tempo di terminare mentalmente la frase che udii uno scalpiccio venire dal buio dello speco e poi un chiacchiericcio e delle risatine rimbombanti, mentre poco dopo mi apparve una coppia di visitatori tedeschi, che mi salutò affabilmente, come se nulla fosse, come se ci fossimo dati appuntamento in un caffè del centro. Poi, girandomi verso il laghetto, feci un'altra scoperta: da quella