I miei amici semplici e innocenti hanno notato ingenuamente che certe trasmissioni “informative” vengono dislocate sui vari canali durante la settimana senza particolari alternative e confessano che spesso ne approfittano per andare a letto presto. Personalmente credo che una buona parte dell’intellighenzia segua Lerner, Santoro, Floris, ma anche Vespa, più che altro per un’analisi del livello culturale in cui vive; un’altra buona parte di spettatori perché è ormai convinta di assistere ad una specie di telenovela con il finale scontato.
Ecco, forse se fossero pubblicati i dati di ascolto di questa serata, avremmo il polso di gradimento del telespettatore: l’intellettuale in generale si sarà sintonizzato su Benigni e la gente comune sul festival… Chissà cosa ne pensa Santoro e se quei dati ci verranno mai comunicati obiettivamente. Ci dobbiamo chiedere però se si possa continuare così. Benigni ha commentato meravigliosamente i versi di Mameli ed ha sottolineato il vero significato del Risorgimento, che ha definito movimento di popolo che ha preso coscienza del suo essere cittadino; forse si è trattato più di un movimento di figli della borghesia che ha coinvolto anche una buona parte delle masse (il moto di Pisacane è stato sopraffatto da contadini che avevano scambiato i patrioti per banditi…).
Tuttavia mi sento di perdonare alcune, a mio parere, imprecisioni, anche perché questa volta le piccole insinuazioni circa la conoscenza sintattica dell’Umberto o le mie prigioni del Silvio… Pellico sono state veramente sopraffatte dalla celebrazione dell’Italia e dei valori che stanno alla base della nostra storia. La citazione di Churchill che dopo aver vinto la guerra mondiale perde le elezioni e dice alla moglie di avere vinto perché con il suo operato ha permesso agli Inglesi di essere liberi anche di non votarlo, il continuo insistere sulla libertà che ci è stata procurata da chi è morto perché noi potessimo vivere ci dovrebbero fare riflettere: non è che stiamo buttando a mare tutto?
Nella stessa serata le notizie del telegiornale richiamano le manifestazioni nel Maghreb. Sarà il loro Risorgimento? Cosa ci aspetta nel prossimo futuro? Come si organizzerà il mondo musulmano se i “faraoni” più o meno moderati nei rapporti internazionali (cosa non fanno gli interessi economici) lasceranno il posto agli integralisti? “Ai posteri l’ardua sentenza”, direbbe il buon Manzoni.
Noi accontentiamoci di assistere ad una rinascita del movimento delle suffragette o all’operazione di Marchionne o alle controversie su quanto vale
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