all’università di Pavia. Successivamente, decisi di specializzarmi in psicoterapia ad indirizzo psicosomatico presso la Scuola di Formazione in Psicoterapia di Cremona, infine studiai musicoterapia. I miei interessi di ricerca vennero rivolti al linguaggio, ai disturbi dell’apprendimento, all’applicazione delle tecniche musicoterapiche e successivamente mi occupai di psicopatologia in ambito clinico e psicosomatico. Per ciò che concerne specificatamente la balbuzie, ho sempre cercato nuove terapie, applicando diverse metodologie al trattamento di questo sintomo così variegato.”
     Cosa si aspetta da questo libro che racchiude una storia bellissima e pluripremiata?
     “All’interno della nostra sanità pubblica, la cura del bambino balbuziente inizia verso i 6/7 anni con un trattamento logopedico, dove poi si aggiunge un trattamento psicologico. Nel privato, invece, in campo professionale vige una ‘comunicazione mediatica selvaggia’, che non ha alcun controllo da parte delle autorità ministeriali. In quest’area pseudo professionale spesso troviamo ‘esperti del linguaggio’ che, senza alcun titolo sanitario, propugnano tecniche ‘magiche’ che risolvono la balbuzie in 15 giorni. La formula della cura di tali specialisti senza titoli è sempre la stessa, basandosi su una sorta di ‘ipnosi di massa’: da un lato abbiamo il mago-curatore ex balbuziente che si autocelebra esperto, dall’altro abbiamo i miracolati che fanno leva sul pubblico dei disperati da miracolare con ‘tecniche innovative’. A tutt’oggi, in Italia, qualsiasi persona può vendere corsi per la cura della balbuzie. ‘Il discorso del Re” è un libro che cerca di dare dignità alla cura della balbuzie. Sarebbe molto interessante se in Italia venisse istituita una legislazione per la tutela di chi balbetta, come succede per la dislessia. Il balbuziente dovrebbe essere tutelato sin dalla più tenera età. Questa ipotetica legislazione dovrebbe prevedere un trattamento che dovrebbe iniziare già in età pre-scolastica, senza attese passive, evitando una cronicizzazione del sintomo ed offrendo anche al genitore degli strumenti per comprendere la balbuzie. La ‘praticoneria del tempo delle mele’ deve finire.”
     “Personalmente, come ex-balbuziente, come psicoterapeuta e ricercatore del settore e come Lionel Logue scriveva, sono convinto che ogni balbuzie si può curare, purché l’intervento sia condotto rigorosamente secondo criteri clinico-scientifici, considerando non solo l’aspetto linguistico, ma prendendo in esame tutta la dimensione psicologica e relazionale. Il superamento della balbuzie dovrebbe avvenire senza sforzo e senza l’uso di tecniche innaturali, che il più delle volte vengono rigettate. La ‘guarigione’ dovrà avvenire nel modo più

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