In ogni arte umana, come in tante discipline di diversa natura, la qualità, l’innovazione e l’originalità sono spesso peculiarità distanti, se non opposte, alle mode del momento. È grazie ad esse se la suddetta arte evolve, progredisce e si sviluppa continuamente. Le mode imposte e imperanti generano forse rapidi e grandi guadagni, ma non rappresentano il cosiddetto stato dell’arte, semmai riflettono il sentore più comune, oggi così facilmente manipolabile e manipolato dai media.
     La grande editoria si è da tempo impastoiata in quelle citate logiche di mercato distorte, puntando a far subito cassa e azzerando (forse, ma non è detto) il rischio derivante dal proporre opere troppo innovative, le quali dunque non hanno altra scelta che rivolgersi all’editoria indipendente per trovare posto (limitatissimo, appunto) sugli scaffali delle librerie. Per questo nei minuscoli stand delle rassegne letterarie dedicate alla piccola e media editoria si possono trovare libri di valore eccelso, mentre nei giganteschi e scintillanti stand dei grandi editori troverete spesso dei prodotti editoriali – “prodotti” sì, ovvero merce – strombazzati su giornali e riviste nazionali con slogan tanto intriganti quanto vuoti – notatelo, quando avrete occasione di leggerne qualcuno – di qualsiasi indicazione letteraria autentica.
     Ecco anche il motivo per cui, in Italia, l’editoria indipendente è realmente una risorsa culturale inestimabile, perché in ambito letterario genera ancora cultura, appunto, conoscenza ed evoluzione culturale, mantenendo alto, con il proprio lavoro di selezione dei manoscritti e di ricerca di testi meritevoli di pubblicazione, il livello delle uscite editoriali rintracciabili in libreria. Se venisse soffocata, ovvero se la grande editoria industriale monopolizzasse ancor più il mercato continuando a venir meno a quel compito di talent scouting che per propria natura originaria dovrebbe svolgere, rischieremmo realmente di ritrovarci librerie colme di libri tutti uguali e vuote di vera letteratura. E, sia chiaro, pure vuote di veri lettori: una conseguenza che sarebbe inevitabile.
     Dunque, visto che il Natale si sta avvicinando e visto che per i libri è ancor più Natale, dato che i regali natalizi contribuiscono puntualmente ogni anno ad aumentarne le vendite, vorrei concludere con una speranza: che si regalino sempre più libri, certamente, e magari che non si donino sempre i “soliti”, ma che ci si ricordi pure di dare un occhio alle pubblicazioni degli editori indipendenti. Sono convinto che, nel caso, potrete trovare delle cose veramente interessanti e sorprendenti e, con il loro acquisto, aiutare tanti piccoli editori che conservano ancora una grande e sincera passione per la buona letteratura.

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