LE RICETTE DEL CUORE - POLENTA ALLA BERGAMASCA
                                              di Antonella Fasolato

     Questo mese parliamo di un ricettario “speciale” perché legato alla tradizione culinaria popolare, ma anche perché è nato all’interno di una struttura residenziale per anziani, ogni singola ricetta è legata ai ricordi della famiglia d’origine dell’ospite. In onore a Bergamo ed a Infobergamo.it inizieremo con una ricetta raccontata da una signora nativa di queste zone.
     Questo progetto nasce dal desiderio di far sentire utili le persone che sono ospiti presso la struttura residenziale, raccogliere le loro testimonianze finalizzandole. La cucina povera di una volta riportata sulle pagine di un ricettario, unite a ricordi di momenti di convivialità e legate alle persone importanti della loro vita, viene riportata così alla luce. L’ospite è informato che quello che racconta avrà un seguito e servirà per la redazione di un ricettario, che potrebbe essere utile a molte giovani donne impegnate nel far quadrare i conti della spesa.

     Signora Giovanna, nata a Verdello, Bergamo, nel 1919
     “La mia famiglia era contadina, erano possidenti terrieri, mia mamma ha avuto 10 figli, ma tanti sono morti, siamo rimaste solo 4 sorelle. In tempo di guerra siamo stati bene e non abbiamo mai patito la fame.”
     “All’età di 16 anni sono andata a lavorare in un ospedale di Milano. Ho iniziato a studiare e mi sono diplomata come infermiera generica e poi come professionale. Mi sono sposata nel 1948, subito dopo la guerra, ed ho avuto due figli, un maschio e una femmina, sono stata sposata per 25 anni e poi mio marito è morto. Quando mi sono sposata ho fatto la casalinga. Ho deciso di venire io in casa di riposo perché non volevo nessuno in casa mia. Sono nonna e bisnonna e sono molto contenta della mia vita.”
     “Mia mamma cucinava tutti i nostri prodotti, polli nostrani, carne di nostra produzione, latte e le verdure che coltivavamo. Mi ricordo della polenta, polenta e latte, la polenta col formaggio oppure con il salame fatto da noi. Mia mamma cucinava la polenta nel paiolo di rame non stagnato appeso con una catena sul ‘larin’ il focolaio, ne faceva andare due alla volta, le mescolava con un bastone di legno di nocciolo lungo, appiattito sul fondo, e dopo tanto mescolare la metteva su un tagliere di legno e la tagliava a fette con un filo, quella che avanzava la faceva abbrustolire sulla brace su una grata.”

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