aratro ‘John Deere’, il quale divenne ben presto una leggenda.”
     “John Deere è stato il pioniere della produzione di massa di macchine agricole, passando in un solo anno dal produrre un solo aratro a quattrocento aratri l’anno, stiamo parlando del 1850, sono numeri sensazionali! Da Grand Detour (Illinois), il minuscolo paese natio dove aveva impiantato la propria fabbrica, con quattro o cinque operai, nel giro di qualche anno si trasferì a Moline, nello stesso Stato, dove è presente tutt’ora la sede centrale di questo impero.”
     “Negli Stati Uniti la concorrenza è assai limitata, ci sono i verdi John Deere ed il suo rivale Chase, i trattori rossi. In Europa, invece, la situazione è diversa: ci sono i Fenn, ditta a conduzione semi-familiare ma molto più piccola di John Deere, l’italiana Landini e tanti assemblatori. Tenete presente che, a parte le gomme, tutti i componenti delle macchine agricole Deere sono prodotti direttamente nelle proprie fabbriche ed hanno un reparto di ricerca e sviluppo interno. Producono direttamente anche i ricambi, con un sistema completamente robotizzato, attivo in Germania, il quale garantisce la sostituzione del pezzo in 24 ore, riducendo al minimo il fermo macchina.”
     Raccontaci com’era il mercato prima della crisi economica e com’è oggi. Cosa è cambiato?
     “Il problema più rilevante, oggi, sul mercato agricolo, è rappresentato dalle speculazioni. Il mercato non è lasciato in mano agli agricoltori, ma viene gestito dai mediatori, persone che acquistano il prodotto dagli agricoltori e lo portano poi alle aziende che lo lavorano, come Scotti, Gallo etc. Mi spiego meglio: a causa della incombente crisi economica, i produttori hanno iniziato a vendere i loro prodotti prima di averli trebbiati, cioè vendono anticipatamente l’intera ipotetica produzione di un determinato campo. Ovviamente, il prezzo offerto loro dai mediatori è molto basso, perché la produzione non è certa, può essere tanta, ma si può produrre anche poco o nulla. Prendete per esempio il riso Carnaroli, la varietà di riso più dispendiosa da produrre: fino a qualche anno fa veniva venduto a circa 90 euro al quintale, oggi i mediatori ne pagano anticipatamente circa 37-38 euro, sempre al quintale… con questi soldi non riesci neanche a coprire le spese di produzione, i contadini sono sempre più tirati per il collo… Ovviamente, chi ci guadagna è il distributore, che acquista a poco prezzo ma vende il prodotto finito ad un prezzo maggiorato anche del 90%. Il primo fa i soldi, mentre l’agricoltore muore di fame…”

 

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