Tanzania, nella Diocesi retta da Sua Eminenza cardinale Polycarp Pengo. Presidente della ONLUS è Tiziano Belotti, il quale, con altri 12 appassionati amici, ha condiviso il sogno di Fulgenzio, sostenendo “Il Villaggio della Gioia”, che è già diventato una grande realtà e, giorno dopo giorno, continua a crescere con l’aiuto generoso di molte persone di buona volontà.
     In secondo luogo ho messo in contatto i volontari dell’associazione con i ragazzi di questa società. Non voglio far polemica, ma quel che va detto va detto: la festa c’è stata, ma non hanno raccolto un solo chilo di riso per l’associazione. Posso dirvi solo che pensavano di trovare la “pappa pronta”, ovvero che fosse l’associazione ad occuparsi della promozione dell’evento con volantini ed altro materiale. Ma vi sembra! È l’associazione che necessita di denaro o viveri, come si può pensare che a spese proprie si preoccupi anche di pubblicizzare l’evento? E poi, questi ragazzetti, non dovevano essere loro gli esperti di eventi, sponsorizzazione compresa? Avete intuito bene, si sono rivelati dei dilettanti. Ad ogni modo, se la raccolta fine a se stessa non è stata fruttifera, potevano destinare 0,50 euro per ogni biglietto di ingresso nel locale, del costo di ben 15 euro, con i quali avrei potuto comprare parecchio riso. Il fatto è che nemmeno loro, che sono in cinque, mi hanno dato un chilo a testa, segno evidente che non avevano intenzione di aiutare il prossimo, ma solo di promuoversi come società che si impegna anche nel sociale, tanto di moda oggi.
     Terza fase: la mia. Indipendentemente dall’esito della festa, io mi sono arrangiato da subito per contribuire alla raccolta, contattando amici, parenti e colleghi di lavoro. Mi ero già assunto l’onere di consegnare a spese mie tutto il riso raccolto dai professionisti, quindi perché non raccoglierne dell’altro tramite differenti canali? L’esito non è stato così positivo in relazione al numero di persone da me contattate, sebbene, parliamoci chiaro, un chilo di riso a noi non cambia la vita, al massimo si rinuncia ad un caffè. Con 90 centesimi di euro si compra un chilo di riso. Per i ragazzi del “Il Villaggio della Gioia”, invece, un chilo di riso rappresenta la vita. Quel che mi stupisce, non dovrebbe ma ancora mi stupisce, è che volendo separare i contattati in due insiemi, come facevamo alle elementari, denominati rispettivamente ricchi e poveri, nell’insieme dei ricchi una sola persona ha contribuito. Tutti gli altri, hanno fatto finta di nulla, anzi, visto l’imbarazzo, hanno imparato a cambiare strada nel caso in cui, in lontananza, hanno previsto di dovermi incrociare e salutare.
     Morale: 90 centesimi di euro valgono la figura di “merda” che hanno fatto per non aver contribuito alla raccolta. Abbiamo detto che dipende dalla coscienza di

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