Nel 1990, Biagi pubblicò la sua quarta monografia, “Rappresentanza e democrazia in azienda. Profili di diritto sindacale comparato”, Maggioli Editore, opera con la quale egli effettuò una comparazione sui sistemi delle relazioni industriali dei principali Paesi Europei. Da qui in poi, l’escalation di Biagi fu inarrestabile: numerosi furono gli incarichi, sia in Italia quanto all’estero, presso le principali istituzioni europee, segno tangibile di una meritata fama acquisita quale comparatista e studioso delle relazioni industriali.
     Le idee di Biagi non stavano dentro schemi pre-stabiliti, egli affrontava tematiche anche complesse con una innata capacità di guardare lontano e di prevedere, con largo anticipo, avvenimenti e scenari futuri, qualità che in

qualche modo alimentarono stati di astio ed antipatia nei suoi confronti da parte di quelle persone che non riuscivano ad uscire dagli schemi prestabiliti ed ampliare la propria visuale prospettica offerta dal Diritto del Lavoro nazionale. Il pensiero di Biagi lo si può condensare in una sola parola: “benchmarking”, ovvero come lui stesso amava definirlo “l’approccio, finalizzato al

miglioramento, per cui si mettono a confronto i modi di svolgimento di attività e processi che si pongono similmente in diverse organizzazioni paragonabili; sicché, in un siffatto orizzonte di raffronti, si possano identificare i processi eccellenti o le soluzioni ottimali, o almeno preferibili. La comparazione non è un semplice esercizio culturale, ma è la comprensione approfondita delle ragioni che hanno portato a certe soluzioni piuttosto che ad altre. La comparazione è l’unica ‘prova di laboratorio’ di cui disponga il giurista”.
     Nel 1991, Marco Biagi fondò, presso il Dipartimento di Economia Aziendale dell’Università di Modena e Reggio Emilia, il “Centro Studi Internazionali e Comparati”, inaugurando un nuovo modello di ricerca nel campo del lavoro e delle relazioni industriali: presso tale centro, nel 2000, si formò il suo gruppo di giovani ricercatori e collaboratori, tutt’oggi attivo.
     In campo europeo, invece, agli inizi degli anni ’90, Biagi collaborò con la Commissione Europea, di cui divenne consulente per la Divisione Generale V
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