certo non si possono ignorare. Vi sono esposte opere di Bruno Di Bello, artista concettuale già autore di lavori che negli anni sessanta e settanta hanno indagato le icone del Novecento, dagli anni duemila lavora con il digitale ed esplora le infinite possibilità combinatorie delle immagini e presente con alcune immagini Michael Jackson solo l’ultimo tra i miti ad entrare nell’olimpo degli eterni; Marco Lodola, da sempre interessato alla mescolanza delle arti, avendo collaborato con numerosi musicisti e scrittori, ri-legge i miti della cultura popolare contemporanea attraverso scatole luminose molto simili ad insegne commerciali al neon, Totò, Elvis, Lennon e i Fab 4, alcuni dei soggetti da lui realizzati; Carlo Pasini utilizza, invece, in base alle misure, dalle 15 alle 30 mila puntine da disegno colorate, ri-vede le icone della storia dell'arte: accanto a Marilyn o ai ritratti di Mao ispirati a Warhol, non mancano le Ninfee con espliciti riferimenti a Claude Monet; le puntine che compongono le immagini sono “maschere” di pirandelliana memoria che tutti questi personaggi indossano.

     Omar Ronda, storico membro e fondatore del gruppo Cracking Art, imprigiona nei suoi frozen immagini di icone contemporanee, probabilmente moderni fossili da tramandare ai posteri, ecco quindi Marylin e Che Guevara nello stesso quadro; Giorgio Sorti, fotografo influenzato dal fumetto e dall’animazione giapponese Manga, esplora immagini che appartengono
alla nostra memoria indagandone la forza evocativa che, sospese dalla realtà e dal tempo, diventano segno, scrittura, testimonianza, Little Bastard e il suo omaggio a James Dean ed alla sua immortale Porsche 550 Spider; Gian Paolo Tomasi, manipolatore ed inventore di immagini virtuali, proietta icone popolari contemporanee in dipinti senza tempo, i quali appartengono alla storia universale dell’arte, un corto-circuito spazio-temporale che invita a riflettere su tutto ciò che è effimero e ciò che è eterno, un’ironica e sensuale Monica Bellucci diventa un “equivoca” San Sebastiano.
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