infastidito per i tanti errori che commettono anche molte persone con istruzione superiore o universitaria.”
“Ambivalenze nei confronti dei genitori, della madre in particolare: il bambino mangia meno di quanto dovrebbe o meno di quanto vorrebbe la madre? C’è un’assenza completa di regole: i bambini mangiano quello che vogliono a tutte le ore. Durante la spesa al supermercato i genitori non riescono neppure ad arrivare alla cassa perché il bambino esige il consumo subito.
“Difficoltà di invio allo psicologo: per la resistenza della famiglia. Si sentono abbandonati ed colpevolizzati.”
11) Pediatri interpellati sui disturbi del sonno nel bambino piccolo.
“Dichiarano che i disturbi del sonno sono abbastanza frequenti (da10 a 40 casi all’anno). Dicono che si manifestano prevalentemente nei bambini 0-24 mesi. I problemi di addormentamento colpiscono i bambini 0-12 mesi ma di più quelli fra i 12 e i 24 mesi. I problemi di mantenimento del sonno colpiscono soprattutto i bambini 12-24 mesi ma molto anche i bambini di 9-12 mesi. Individuano fra le cause disturbanti un ambiente affettivo ansiogeno ed eccitante, ‘stress della madre che lavora e sta poco con il lattante’, un bambino disturbato (fisicamente e/o psicologicamente), cause organiche quali coliche, dentizione, costituzione, la paura di crescere e le piccole insicurezze e piccole ansie fisiologiche nella prima decade della vita.”
12) I pediatri sulla cura dei disturbi del sonno.
“Dicono di intervenire (dopo avere esplorato ed escluso la presenza di patologie organiche). In prima istanza con indicazioni comportamentali: insegnando tecniche per migliorare l’autonomia del bambino nell’addormentamento e nel risveglio. Invitando i genitori a recuperare tempo tutti i giorni per giocare con i propri figli, ponendo particolare attenzione al momento dell’addormentamento.”
“In seconda istanza con una prescrizione farmacologica (prima con rimedi omeopatici e naturali poi con farmaci): vedo di dare consigli sulle abitudini di vita e/o di alimentazione, rassicuro i genitori. Se la situazione non migliora a volte do sedativi naturali. Ad alcuni bambini prescrivo neprazina per pochi giorni onde interrompere il problema acuto. Intervengo farmacologicamente solo quando i genitori, in particolare la mamma, appaiono particolarmente provati (fisicamente e psicologicamente). Pensano ad approfondimenti neurologici o neuropsichiatrici solo in caso di persistenza del sintomo.”
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