nel Medioevo, fu costruito un fossato, chiamato “fosso bergamasco”. Oggi Bergamo domina il panorama, con la montagna che degrada da quota 3.100 metri fino alla collina e la pianura aperta: là, dove il monte finisce, sorge questa splendida città, aperta verso l’infinito quasi come un promontorio nell’antico mare padano.
Oltre alla sua posizione, come abbiamo visto assai favorevole, è interessante osservare anche la forma della città di Bergamo. Fin dal ‘800 essa si sviluppò a forma digitata, come una mano e le sue dita; il “palmo” è collocato sul colle ove sorge Città Alta, delimitato dalla catena montuosa, e tutti i suoi borghi sono le “dita”. Dal colle scendono tre vie, indirizzate verso le tre grandi direzioni: a sud verso Milano, a est verso Venezia e a ovest verso Lecco e Colico. È proprio lungo queste direzioni che il “castrum romano” di Bergomum si sviluppò con le case allineate, seguendo i crinali delle montagne, le vie del commercio e del traffico, ma la città nel tempo ha continuato a crescere lungo le sue dita, con le piazze dei borghi e i paesi che sono si sono fatti sempre più grandi.
Tutt’intorno, l’ampia cinta delle “Muraine” racchiudeva già dal XIV secolo l’intera città, partendo da est, cingendo i borghi e ricongiungendosi al colle, a ovest, attaccandosi forse alle più antiche mura del castrum romano. Alle 10:00 di ogni sera, i 180 rintocchi del Campanone, sito nella parte più alta della città, segnalava che le porte delle mura si chiudevano e il viandante doveva affrettare il proprio passo: allora le case si chiudevano e la città si addormentava tranquilla, adagiata sul proprio colle. Un piccolo sentiero interno alle Muraine univa, come una scorciatoia, il borgo posizionato verso Milano con quello verso Venezia, passando per il prato della Fiera: oggi è diventato il “Sentierone”.
L’intera area sarebbe stata abitata, sin dall’Età del Ferro, dagli Orobi (parola che significa gente di montagna) del gruppo dei Galli Cenomani, una popolazione che si sarebbe insediata nella valle bergamasca, scacciando gli Etruschi; altri studi, più aggiornati, sostengono invece che i primi abitanti del luogo furono le popolazioni liguri dell’Insubria. Narra la storia che verso il 550 a.C. la città fu conquistata, insieme a Brescia, Cremona e Verona, proprio dai Galli Cenomani, i quali compirono diverse uccisioni e devastazioni.
Secondo la leggenda, proprio dopo il 390 a.C. Bergamo vide la sconfitta di questo popolo, guidato da Brenno, da parte dei Romani, i quali se ne volevano impossessare perché ne avevano intuito la strategicità della posizione per il controllo delle valli e dei commerci che in esse si svolgevano. Alla richiesta di sottomissione all’Impero Romano, Brenno reagì radendo al suolo ed incendiando