MARE AL MATTINO
                                              di Margaret Mazzantini

     A volte il destino fa regali inaspettati, ti ritrovi in un sospiro sognante grazie ad un libricino scarno capitato per caso fra le tue mani, un regalo inatteso nascosto in un pacco insieme ad altri racconti da te acquistati. E proprio come un regalo inatteso è questo libro “Mare al mattino”, romanzo breve di Margaret Mazzantini, autrice di best seller come l’esordiente “Il catino di zinco”, vincitore rivelazione del premio Campiello nel “Non ti muovere”, premio Strega nel 2002 e caso editoriale da quasi due milioni di copie tradotto in ben 35 Paesi, “Venuto al mondo”, premio Campiello nel 2009, del quale è in corso la trasposizione cinematografica, una grande scrittrice dall’anima sensibile, nonché moglie e partner artistica dell’attore Sergio Castellino, con il quale condivide figli, amori e Arte.
     I destini di Jamila e Angelina, le protagoniste, sono strettamente legati all’aspra terra libica ed al suo incessante tormento, una terra sulla quale “la gente passa il tempo seduta sui bidoni di benzina vuoti, osservando il panorama umano fatto di bambini ossuti e vecchi che succhiano radici per rinfrescarsi la bocca, visto che ormai non c’è più lavoro, solo bibite zuccherate e capre, e datteri da inscatolare per l’esportazione”; i giovani se ne vanno, lasciano la loro terra “raggiungono le zone petrolifere, i grandi blocchi neri, le fiamme perenni del deserto”.
     Jamila, per sfuggire alla tirannia dispotica che infiamma il deserto libico, una notte decide di fuggire, affrontare la grande traversata via mare su di una piccola barca insieme al figlio Farid ed a centinaia di altri disperati come lei, in cerca di una libertà ormai perduta. Jamila aveva un marito che riparava antenne Tv di vecchie signore affamate di telenovelas, un dolce marito “dispensatore di sogni”, ma la guerra glielo ha portato via, brutalmente ucciso mentre stava su di un tetto a riparare antenne e sogni infranti. Jamila non ha più nulla da perdere. Decide quindi di affrontare il grande mare per fuggire con il suo piccolo cucciolo, Farid, attraverso quella traversata che durerà soltanto “il tempo di una ninna nanna”.
     Gli occhi innocenti di Farid mai hanno visto il mare, egli è sempre vissuto nella sua oasi nel caldo deserto libico e la grande magia dell’immensa distesa blu lo attraversa tutto, un infinto che sembra contenere la promessa di una vita migliore, ma che si trasformerà invece nel loro carcere.

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