Nasreddin è un Joha ancora più perfido: in lui la follia temeraria va sempre a braccetto con un’astuzia imprevedibile. Riporto qui testualmente una delle sue imprese, come viene narrata nel “Sorriso della Mezzaluna”.
     «Il terribile Tamerlano (sultano e imperatore dell’Oriente) viene a sapere che Nasreddin offre spesso banchetti agli amici e si chiede da dove possa ricavare il denaro per farlo. Lo interroga a tale proposito e si sente rispondere: “È che sono un indovino! Da questo riesco a ricavare non pochi soldi.” “Davvero?”, lo incalza il tiranno. “Fallo anche con me.” “Scommetto dieci dinar che domattina avrai un foruncolo sulla natica destra.” Tamerlano accetta e passa inquieto la notte controllandosi spesso il deretano. Venuto il mattino, accoglie beffardo il povero Nasreddin: “Mi devi dieci dinar, buffone! Non c’è alcun foruncolo sulla mia natica destra. Controlla pure!”, e ciò dicendo abbassa i pantaloni. “Poco male”, esclama Nasreddin sborsando i dieci dinar. “Tanto, ne ho guadagnati più di cento scommettendo con molti che stamattina tu mi avresti mostrato il culo!”
     Altro elemento in comune tra l’umorismo ebraico e quello arabo è la graffiante satira del rapporto tra moglie e marito. E qui ovviamente si apre anche il capitolo del sesso, in tutte le sue varie sfumature. Subito qualche esempio. Un uomo trova la moglie a letto con un suo amico. Subito prende la pistola e lo uccide. La moglie lo rimprovera: “Caro, se continui di questo passo finirai per perdere tutti i tuoi amici!”
     Un iracheno e un libanese hanno perduto le proprie mogli e decidono di andarle a cercare insieme. L’iracheno chiede: “Descrivimi tua moglie.” Il libanese risponde: “Ha i capelli biondi, gli occhi verdi, è truccata, indossa i jeans con una camicetta di seta… e tua moglie com’è?” L’iracheno: “Al diavolo mia moglie. Andiamo a cercare la tua!”
     Se poi vogliamo chiederci se l’umorismo arabo non sia esente dalle forme anche oscene, ecco subito la risposta in questa grassa storiella riferita nel nostro libro.
     Un’egiziana dice alla vicina libanese: “Stanotte abbiamo sentito le tue urla.” “Mio marito mi scopa in tre posizioni: per terra, sul letto e sul comò.” Il giorno dopo la libanese dice all’egiziana: “A quanto pare, ti sei divertita da impazzire anche tu stanotte. Abbiamo sentito le urla di tuo marito.” “Non è andata proprio così… Mi ha scopata sul comò, ma un cassetto si è chiuso schiacciandogli le palle.”
     Le sfumature dell’umorismo sono tante. Il linguaggio del sorriso è universale. Un giorno sarebbe bello vedere finalmente arabi ed ebrei, che, come è ben noto, sono entrambi di stirpe semitica e parlano due lingue affini, ridere insieme raccontandosi le loro storielle antiche e moderne. Avrebbero allora la prova definitiva dell’essere due popoli fratelli.

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