tendenzialmente bloccato di fronte all’inflazione ed all’imposizione fiscale imperante?).
     Parlando con un operaio mi ha colpito la sua saggezza: “Come può capire la gente chi non sa cosa significhi vivere da operaio alla catena di montaggio (e magari poi è stato sindacalista a vita con un pensionamento di 40 anni di contributi come professore universitario all’età di 55 anni oppure percepisce pensioni a quattro zeri mensilmente e le può cumulare con indennità parlamentari e…)? Come non possono capire che la gente comune non ce la fa più a mantenere una marea di incapaci e approfittatori e che quando i bisogni primari (mangiare e dormire e qualcosina d’altro non strettamente necessario ogni tanto, come dicevo anche ai miei allievi…) non possono più essere soddisfatti, ci sono solo due alternative: o il suicidio, purtroppo è una tremenda e tristissima realtà che stiamo vivendo, o la rivoluzione, che può esplodere in qualsiasi forma e momento?”
     Ormai colgo solo riflessioni tra coloro con cui parlo: bisognerebbe mandarli tutti a lavorare in fabbrica! L’unica speranza è nei corsi e ricorsi storici: di solito, toccato il fondo, si risorge; ma con quanta fatica!!!
                                                                       gaudens@live.it

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