LA MATURITÀ SCOLASTICA E LA MATURITÀ DI FATTO
di Gaudenzio Rovaris
|
|
Sono ormai un Insegnante in pensione a tutti gli effetti e per la prima volta posso assistere da “esterno” agli esami di maturità senza particolari patemi d’animo o ansie da risultati.
Mi è comunque rimasta la curiosità per le tracce dei temi e, dopo le interviste televisive a studenti liceali di Roma e Milano, ho rivissuto le tappe della mia vita di studente: saggio di seconda elementare; esami di quinta elementare; esame di ammissione alla scuola media; esame di licenza media; esame di ammissione alla prima liceo classico; esami di riparazione; esami di passaggio dal liceo all’istituto magistrale; esami di abilitazione su tutte le materie; esame di ammissione all’università… esami di concorso…
Anche noi eravamo un po’ presi dalle ansie, anche i nostri genitori penavano con noi…; ma quante prove prima di affrontare la vita!
Come insegnante quanti consigli ho profusi, quante tracce ho suggerite, quanti temi ho corretti… Ci sono stati periodi in cui spesso “imbroccavo” gli argomenti e ottenevo il plauso degli allievi, altri in cui non li sfioravo lontanamente.
E sì: la prova di italiano è sempre stata quella principe di una scuola dove il saper parlare è sempre stato considerato più importante del saper fare, dove i licei hanno finito per prevaricare sugli istituti tecnici e professionali, dove l’università ha abbassato i propri livelli di preparazione pur di ottenere iscritti e fondi corrispondenti. Per un attimo si è parlato di meritocrazia e controlli…; ma mi sembra che ci sia ancora molto da fare proprio sotto questi due punti di vista. Nonostante tutto siamo tra i Paesi con il minor numero percentuale di laureati, con laureati meno preparati al mondo del lavoro, con moltissimi laureati disoccupati, con moltissimi laureati disoccupati ed in crisi di identità. Non è forse che la scuola stia fallendo la sua funzione, che sociologi e psicologi o tecnici vari stiano proponendo rimedi per superare ansie e crisi individuali, impedendo che le prove della vita forgino i caratteri e le personalità?
D’accordo che ognuno cerchi per i propri figli un futuro migliore di quello che ha vissuto lui, che cerchi di evitare loro situazioni spiacevoli, che addirittura faccia scelte per loro… ma stiamo crescendo dei giovani con “il culo nel burro” (dicevano i nostri vecchi senza allusioni osé o magari di attualità televisive o di interviste calcistiche che veramente dimostrano a che livello siamo caduti…). Ma, come dicono i proverbi, che sono la “saggezza dei popoli” (Manzoni), il pesce
|
|
|