dichiarato tutto)? E chi ha finalmente acquistato una dimora con sacrifici ed ha già un mutuo pesante è avvantaggiato rispetto a chi non ha risparmiato (anche per ragioni indipendenti dalla sua volontà) e vive comodamente in affitto?
     Ed ecco l’ultima dicotomia che mi ha rattristato: da una parte lo scempio della politica (solo per parlare dei fatti di cronaca di questi mesi), dall’altra le misure brutali contro i pensionati di guerra, gli statali, le detrazioni RETROATTIVE sulla denuncia dei redditi. Sono un pensionato della scuola che ha raggiunto i termini della pensione con le norme che prevedevano il numero 90 (54 anni di età e 35 di servizio), mi illudo di avere dato molto ai miei alunni, ma anche in collaborazione con gli Istituti in cui ho lavorato; ho vissuto, anche se in modo più dolce di quanto sta avvenendo, il dramma dei precari e dei giovani laureati.
     Tra le misure “brutali” l’aumento dell’orario di insegnamento da 18 a 24 ore settimanali per i docenti, senza tenere minimamente conto dell’impegno extrascolastico, delle riunioni e… dello stipendio (naturalmente con contratto bloccato e senza indennità di vacanza contrattuale), certamente non qualificante ed adeguato alla importanza della missione di insegnante, tra l’altro accusato ancora di essere un evasore fiscale per le lezioni private che ormai sono un ricordo di tempi che furono. Indipendentemente dalle critiche che vengono porte alla categoria circa l’impegno e la professionalità sono rimasto sconcertato, prima dall’aumento del numero di alunni per classe, poi dalla riduzione di ore per il sostegno ed ora per la realtà sociale che colpirà la mia categoria: quanti insegnanti precari ci sono nella scuola e che diritti possono vantare di fronte ad una decisione che vedrà diventare disoccupato un insegnante ogni tre a partire dal prossimo anno scolastico e senza garanzie di mobilità e cassa integrazione.
     Quante famiglie si trovano oggi a lottare fin dalla terza settimana del mese e quante famiglie di insegnanti (il famoso ceto medio, magari con entrambi i componenti impegnati come precari nella scuola) dovranno fare i conti con la prima settimana del mese? È una tristezza che colpisce chi ha visto docenti seri e preparati, impegnati a fondo per il bene dei nostri ragazzi, impossibilitati a diventare ordinari per mancanze di concorsi e di deliberazioni, trovarsi in una simile situazione e pensare a come si sentiranno quei docenti precari sempre più numerosi che avranno la stessa sorte nei prossimi anni! Ma, suvvia, il Ministero ha indetto un concorso che vedrà assegnare un posto di lavoro, chissà quando e con quali spese per la sua organizzazione e il suo svolgimento… Il presidente Spadolini disse che la scuola era la base della società civile e futura; prima l’abbiamo fatta diventare un parcheggio per mascherare le cifre della

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